A MACCAGNO
Le radici di Antonio Franzetti
«Le radici profonde non gelano» è la mostra che con oltre settanta sculture e disegni, moltissimi dei quali inediti, racconta il percorso di oltre cinque decenni di Antonio Franzetti, a cura di Clara Castaldo. «Ringrazio chi ha voluto fortemente realizzare questa mostra, certo che le radici profonde non gelano. Solo tutto ciò che è superficiale passa. Quello che invece ha saputo attecchire e rafforzarsi, supererà il rigore dell’inverno, per presentarsi con rinnovato vigore alla primavera che verrà. Una metafora delle stagioni che assomiglia tantissimo a quella dell’esistenza di ognuno di noi», ha commentato Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca.
Nella mostra personale, accompagnata da catalogo cartaceo e dvd con materiali multimediali (riprese ed editing a cura di Erik Bio), è allestito anche uno speciale corner dedicato alla scultura nel suo divenire e ai materiali tratti direttamente dall'atelier dell'artista.
Tutto l'allestimento della personale di Antonio Franzetti così come la grafica per catalogo, flyer e poster (a cura di Dario Cesaretto) seguono un'impostazione e un layout studiato ad hoc dal Civico Museo di Maccagno.
Anche per questa manifestazione, così come era avvenuto per l'omaggio a Giuseppe Vittorio Parisi, il Civico Museo ospita alcuni laboratori didattici dedicati alle scuole della Provincia.
«Nell'allestimento e in tutto il pensiero e il lavoro di progettazione per questa mostra abbiamo avuto la possibilità di andare al di là di un'immagine forse un po' univoca dell'arte di Franzetti che lo ha visto semplicisticamente e troppo spesso definito solo come autore di tormenti, di solitudini, di prigionia esistenziale - spiega la curatrice Clara Castaldo, giornalista e critico d'arte -. Ci siamo voluti concentrare anche sul rapporto con la grafica, sul significato delle iconografie affrontate e sulla forma nel suo divenire. Ne è sortita un'immagine in fieri, estranea alle formule fisse o facili, alle etichette esasperate. Ne è sortita un'interpretazione esperienziale, lontana da definizioni ideologiche, ma forse più reale, vicina, familiare. La scultura - che proprio morta non è, e anzi pare godere di buona salute - si rivela per ciò che è: il tramite di un significato altro, l'arte che dà forma per eccellenza, secondo un'espressione di ispirazione artistica».
Al Museo Parisi Valle di Maccagno, via Leopoldo Giampaolo 1, fino al 6 marzo venerdì ore 14.30-18.30, sabato e domenica 10-12 e 14.30-18.30, ingresso libero, info 0332.561202.
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