LEGNANO
L’eco del bosco di Franco Marrocco
Franco Marrocco (1956) è un esponente di spicco dell’universo artistico internazionale grazie alla sua pittura fortemente tensiva, divulgata attraverso molteplici mostre, e al pluriennale impegno di docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera. E, proprio in ragione di quest’ultimo ruolo, vanta un particolare rapporto con la città di Legnano, in particolare con il Collegio dei capitani, avendo contribuito alla scelta di diversi scultori, autori del «peso» del Palio legnanese. Ora, propone al Palazzo Leone da Perego, in collaborazione del Maga, la mostra «L’eco del bosco», 30 grandi opere che ripercorrono gli ultimi dieci anni d’attività dell’artista casertano.
In questi lavori, quali novità leggiamo in termini di linguaggio, mezzi e contenuti rispetto al periodo precedente?
«È difficile definire quali siano le novità poiché il lavoro dell’artista si pone sempre in proiezione in avanti. Nel mio attuale lavoro c’è la sintesi di 40 anni di esperienza artistica. L’utilizzo di materiali considerati di uso comune adotta il colore in modo quasi artificiale. Allo stesso tempo, credo che nelle mie opere ci sia un modo di rappresentare lo spazio più vicino alla metafisica che alla natura, senza perdere in lirismo. La novità è nella capacità di entrare nei dettagli e nelle porzioni dell’opera messa alla stregua del bisturi di un chirurgo, senza perdere nulla nel progetto generale dell’opera intesa come una miopia dilatata».
In quale filone ascrive questa poetica?
«Il mio lavoro è stato definito nuovo lirismo, astratto, figurativo, naturalismo, spirituale naturale, informale, sostenuto da storici e critici autorevoli. A me piace pensare che possa agganciarsi ad alcune soluzioni teoriche-critiche del secondo Novecento, mi piace immaginare una sorta di salto temporale a ritroso di due secoli, come fosse un nuovo Romanticismo, necessario forse, alla liquidità del presente».
Il ciclo ha avuto altre sedi espositive?
«Tra le tante cito Palazzo Collicola a Spoleto e il Maca di Frosinone, ma anche il Foire Art di Los Angeles. Il Chiostro Arte di Saronno espone da prima dell’estate alcune opere della serie L’eco del bosco. È prevista un’importante mostra per la prossima primavera in una sede prestigiosa in Italia.»
La pittura in generale si è ripresa un posto importante tra i mezzi artistici?
«La pittura non ha mai lasciato quel posto, nemmeno quando si parlava di morte dell’arte. Per ovvie ragioni, anche nella pittura, artisti come Gerhard Richter, o tutti gli artisti minimalisti, o di pittura-pittura detti analitici, hanno sempre continuato a operare in un modo straordinario, trovando soluzioni di grande impatto visivo e concettuale, generando quella stagione detta post moderna che ci ha portato ai giorni nostri. Negli ultimi anni poi si avverte una necessità del ritrovamento del corpo dell’arte, che non può prescindere dalla pittura.»
Franco Marrocco, «L’eco del bosco» - Legnano, Palazzo Leone da Perego, via Gilardelli 10, fino al 19 novembre da martedì a giovedì 9-12.30, sabato 15-19, domenica e 1 novembre 10-12.30 e 15-19, gratuito, per visite guidate e info Museo Maga 0331.706011.
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