LA RICHIESTA
Legnano, ingiusta detenzione: vuole 200mila euro
Dopo una settimana di custodia cautelare in carcere e 25 giorni ai domiciliari
Si è “fatto” una settimana di custodia cautelare in carcere, nonché cinque mesi e 25 giorni di domiciliari per due ipotesi di reato molto gravi - estorsione e porto e detenzione di arma da sparo - da cui però è stato assolto con sentenza ormai definitiva da parte del Tribunale di Busto Arsizio.
Per questo motivo, un camionista di Legnano, ha presentato istanza di riparazione per ingiusta detenzione alla quinta Corte d’Appello di Milano, formalizzando una richiesta di risarcimento di 200mila euro. Detto che la Procura Generale ha espresso parere negativo rispetto alla richiesta risarcitoria, i giudici competenti scioglieranno la riserva sulla decisione solo nelle prossime settimane. «Dopo la misura cautelare emessa dal tribunale di Busto, il mio assistito ha sempre fornito la stessa versione. Versione che peraltro il tribunale ha giudicato credibile, al punto che lo ha assolto con formula piena da entrambe le accuse» ha detto l’avvocato dell’uomo.
L’episodio risale al 29 giugno del 2015. L’autotrasportatore legnanese una settimana prima era stato assunto da una ditta di trasporti di Magnago, ma aveva già svolto una giornata di prova. Secondo quanto raccontato dal camionista, l’accordo sarebbe stato assunto per nove ore di guida e undici di riposo. Pochi giorni dopo, a quanto pare, aveva già totalizzato quindici ore di lavoro, così l’uomo si rifiutò di effettuare un viaggio a Genova. E il titolare aveva reagito annunciandogli il licenziamento.
Così, si era presentato al capannone per ritirare quanto gli spettava, ma sarebbe stato aggredito dal titolare che lo avrebbe afferrato per il collo. Ne sarebbe nata una colluttazione, durante la quale il camionista, accortosi che il titolare era armato di pistola, temendo il peggio, lo aveva disarmato, buttando poi l’arma nel finestrino aperto della propria auto. A quel punto, il legnanese sarebbe rimontato in auto per andarsene, ma l’imprenditore si sarebbe parato davanti per impedirglielo, sferrando calci alla sua macchina. Sopraffatto dalla rabbia, aveva impugnato l’arma (una scacciacani) che aveva in precedenza gettato in auto e aveva esploso due colpi contro l’auto del titolare della ditta di trasporto. Spari che peraltro gli sono costati una condanna per danneggiamento a 250 euro di multa.
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