IL CASO
Lite e rivolta al centro profughi
Giovane ivoriano rimproverato, si ferisce e scatena il caos nella struttura di via Dei Mille
Quando la donna delle pulizie del centro profughi ha trovato nascosto sotto il letto di uno degli stranieri un fornelletto per cucinare del cibo, ha preso l’armamentario e si è presentata al cospetto del responsabile - un ventenne ivoriano - per richiamarlo all’ordine e alla correttezza nel rispetto delle regole. Lamentela ferma ma apriti cielo. Perché il richiedente asilo, intento nella preghiera per il Ramadan, provato dal digiuno e disturbato da una donna, ha dato in escandescenze.
È a quel punto che, in uno scatto d’ira, ha sferrato un pugno alla vetrata degli uffici interni alla struttura di via Dei Mille, procurandosi una profonda ferita che poi ha costretto i responsabili del centro alla chiamata della Croce Rossa per portarlo in pronto soccorso a farsi suturare. Ma il giovane africano, non pago, è sceso in strada cominciando a urlare, richiamando l’attenzione dei compagni d’alloggio. Così la discussione si è trasformata in una piccola rivolta, in cui un gruppo di profughi - forse fraintendendo l’esatta dinamica dell’episodio - ha chiesto vivacemente più rispetto. Scena che in molti hanno visto svolgersi a due passi dal centro, con attimi di tensione molto alta, fino all’arrivo della polizia e pure dei carabinieri per cercare di tenere sotto controllo la situazione: ci sono volute quasi due ore per riportare la calma. E la Lega chiede l’immediata chiusura della palazzina.
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