CAMMELLO DI PASTA SFOGLIA
L’origine dell’usanza varesina
Non c’è festa della Befana senza il cammello dolce di pasta sfoglia sulle tavole. A Varese usa così, da sempre, ma in pochi sanno il perché. A raccontare la leggenda da cui nasce la tradizione ci ha pensato l’assessorato al Marketing territoriale realizzando un segnalibro che si può trovare in tutte le pasticcerie e panifici di Varese.
Leggenda narra che dal Varesotto passarono, secondo novelle locali, le reliquie dei Magi, rubate dal Barbarossa nella chiesa di Sant’Eustorgio Milano e da lui donate all’arcivescovo di Colonia. I cammelli, mezzo di trasporto di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare con cui raggiunsero Gerusalemme seguendo la stella cometa, scatenarono la fantasia dei varesini che crearono così un dolce dall’origine misteriosa: la forma deriverebbe proprio dalla cavalcatura più conosciuta dei Re Magi e potrebbe essere la versione nobile di un dolce più antico e popolare realizzato un tempo con la frolla oppure con la pasta di pane. La storia delle reliquie, verità o fantasia, fece galoppare l’immaginazione locale che al cammello dolce si affezionarono e con cui ancor oggi festeggiano il giorno della Befana. Il «territorio del cammello» non è ben definito, ma al di fuori delle pasticcerie varesine è davvero molto difficile trovarlo. I varesini più tradizionalisti lo vogliono rigorosamente liscio, mentre quelli più golosi lo amano anche rivisitato e farcito con crema pasticcera, panna, cioccolato e anche con frutta.
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