Partita al bar, visita al nipotino, polenta e orto: la Cri realizza il desiderio di un paziente dell'Hospice, un 87enne che per un giorno è tornato nella sua Solbiate
Luigi sull'ambulanza dei desideri
LA STORIA
La mattina, appena sveglio, ha ballato un valzer con un’infermiera. Poi si è preparato - con giacca e cravatta - per essere pronto e perfetto all’appuntamento con l’«Ambulanza dei desideri». Un mezzo sperimentale che ha preso in consegna l’ottantasettenne Luigi Caprioli dall’Hospice ospedaliero e lo ha accompagnato nei luoghi che tanto desiderava rivedere. «Il Signore mi ha dato tanto, ora ho ricevuto anche questo», sorride l’anziano, mentre fa da apripista e anche da testimonial del nuovo servizio varato della Croce Rossa.
Un’iniziativa che rappresenta un segnale di vicinanza umana a chi ha imboccato le strettoie della vita ma vuole comunque continuare a sentirsi vivo.
«Io sono qui, perché ho girato il mondo, ma volevo rivedere la mia casa con i miei cari e i tanti amici che non dimentico». Gli stessi che, in una mattina di agosto, lo accolgono per primi al Circolo Vittorio Veneto di Solbiate Olona. Luigi riceve l’abbraccio delle bariste, poi quello dei tanti pensionati radunati per la più classica delle partite a carte; una briscola che a lui tanto mancava, assieme al sapore del caffè e dell’aperitivo, al rumore del locale dove trascorreva il tempo libero quando stava bene.
«Dico grazie a questi angeli - ripete Caprioli indicando i volontari Cri - perché mi stanno vicini. Però adesso i ragazzi li devo far lavorare, anche se non è un lavoro di fatica». Infatti Luigi ne approfitta per verificare le condizioni del suo orto domestico, per far seminare un po’ di prezzemolo, per insegnare come si macina il peperoncino «che va girato piano, non con gli strumenti automatici come fanno adesso». I volontari dell’ambulanza sono anche ospiti a casa sua, dove la moglie è stata messa ai fornelli per sfornare il piatto preferito (altro desiderio agognato), ovvero polenta con i bruscitti. «Perché - se la ride - anche se non è forse la stagione giusta, per me è la cosa più gustosa che esista».
Un’energia trascinante che è soprattutto mentale, vivendo positivamente ogni situazione, troncando con una battuta ogni brutto pensiero, dimostrando che ogni giorno va vissuto come se fosse l’ultimo, ma con l’atteggiamento di chi non morirà mai. Una filosofia che Caprioli interpreta con convinzione («La sera, prima di dormire, prego perché io possa passare una notte serena, visto che poi il giorno so io come riempirlo») e che lo rende esempio ideale per un progetto che tocca fili esistenziali delicati. Eppure, con un protagonista come lui, la giornata programmata dalla Croce Rossa non ha veli di tristezza. Certo qualche lacrima la versano i parenti che lo osservano in disparte mentre scherza e conversa. Ma sono lacrime di felicità.
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