I COLD CASE
Macchi, Maldera, Uva: verità nel 2018
Tre sentenze attese nei prossimi mesi dopo decenni di dubbi
Lidia Macchi, Marisa Maldera, Giuseppe Uva: anche il 2018, se considerato dal punto di vista dei grandi processi, sarà un anno sotto il segno dei “cold case”. Per quanto riguarda il più celebre delitto insoluto della storia criminale del Varesotto, datato 5 gennaio 1987, non dovremo attendere molto per sapere se la Corte d’Assise riterrà colpevole o innocente Stefano Binda, che è in carcere da quasi due anni: la discussione dovrebbe iniziare entro la fine di gennaio. Mentre in relazione allo “strano” incidente stradale del 20 febbraio 2003 in cui morì la prima moglie di Giuseppe Piccolomo, Marisa Maldera, è in corso l’udienza preliminare a carico dello stesso “killer delle mani mozzate”, ritenuto responsabile di un diabolico omicidio “mascherato”: a meno di clamorose sorprese, per Piccolomo dovrebbe scattare il rinvio a giudizio e il processo davanti alla Corte d’Assise di Varese presieduta da Orazio Muscato potrebbe iniziare la prossima primavera, dopo che si sarà concluso quello per la morte di Lidia Macchi.
Sempre a primavera, poi, appello a Milano per il processo per la morte di Giuseppe Uva a carico dei poliziotti e carabinieri che lo trattennero nella caserma dell’Arma di via Saffi (assolti a Varese in primo grado), a quasi dieci anni dai fatti, dato che la tragedia avvenne il 14 giugno 2008.
Tornando al processo a Binda, il primo appuntamento dell’anno sarà l’8 gennaio, davanti al gip Anna Giorgetti, con l’esame della superperizia sulla salma di Lidia, che, com’è noto, non ha prodotto risultati dal punto di vista del Dna. Quindi gli stessi risultati negativi saranno trasferiti alla Corte d’Assise il 16 gennaio e quel giorno potrebbe chiudersi anche l’istruttoria dibattimentale, con l’esame o con dichiarazioni spontanee dell’imputato, e con inizio della discussione forse nel giro di pochi giorni.
Per quanto riguarda il ritorno di Piccolomo sotto processo a Varese, la data da segnare è invece quella del 19 gennaio, anche in questo caso davanti al giudice Anna Giorgetti: sarà sentito il perito che si è occupato della dinamica del presunto incidente, e poi forse si discuterà il rinvio a giudizio.
Caso Uva, qui le date da segnare sono quelle del 28 marzo, dell’11, 12, 18 e 19 aprile, e il processo d’appello sarà molto interessante perché per la prima volta un rappresentante della pubblica accusa entrerà in aula convinto che ci sia stata una responsabilità delle forze dell’ordine nella morte di Uva.
Tra gli altri processi più importanti di questo inizio d’anno, anche quello a carico di Alberto Biggiogero, tra l’altro supertestimone del caso Uva, per l’omicidio del padre Ferruccio, avvenuto a Varese lo scorso 16 febbraio.
È in corso una perizia psichiatrica ed è probabile che il processo si svolga con il rito abbreviato davanti al gup. In ogni caso la prossima udienza è fissata per il 30 gennaio. Nel 2018 infine si dovrebbe arrivare a una sentenza a carico degli agenti della Polizia penitenziaria accusati di aver favorito l’evasione dai Miogni del febbraio 2013 (prossima udienza il 28 febbraio). E si farà chiarezza anche su una delle vicende più curiose degli ultimi anni, quello per il “buco” nei conti della Provincia (prossima udienza l’11 gennaio): un “buco” da 35 milioni di euro che non ha però consistenza reale, o almeno così sembra.
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