INSUBRIA
Mai più la solita Storia
Sì del comitato regionale dei rettori alla nuova triennale dedicata al mondo contemporaneo e alla magistrale in Ingegneria per sicurezza lavoro e ambiente
Il primo passo verso un polo umanistico all’università dell’Insubria è stato compiuto nei giorni scorsi a Milano. Quando il comitato regionale dei rettori ha detto sì al nuovo corso triennale in Storia e Storie del mondo contemporaneo. Non la solita Storia. L’ateneo insubre, ben consapevole della “concorrenza”, in primis dell’università degli Studi di Milano, ha deciso di dare un taglio particolare alla nuova proposta didattica, unica in Italia. Dai rettori è arrivato anche un altro sì: quello per l’istituzione di una laurea magistrale in Ingegneria per la sicurezza del lavoro e dell’ambiente.
Sia per la magistrale sia per il corso triennale, serve ora il via libera ministeriale. «Il processo di accreditamento è molto lungo, è cominciato e l’esito non è per nulla scontato», dice il rettore Alberto Coen Porisini. Inutile sottolineare che a fronte del grande sforzo progettuale, all’Insubria tutti sperino nel “via libera” definitivo dopo che il progetto avrà superato le forche caudine romane. In primavera dovrebbe arrivare il responso (anche per la nuova magistrale). Se sarà positivo, in autunno, per l’anno accademico 2018-2019, l’avvio dei corsi. «Sia per la magistrale di Ingegneria, di cui la triennale fa sempre il tutto esaurito sul fronte delle iscrizioni, circa 150 - commenta il rettore -, sia per il nuovo corso in ambito umanistico, si sente grande necessità».
Particolare attenzione è rivolta naturalmente alla formazione di «operatore culturale che conosca il suo tempo e sappia tradurlo in uno storytelling articolato, trasversale e proiettato nel futuro». A progettare il nuovo corso di studi è stato un gruppo di docenti, non solo storici, che ha immaginato una nuova laureale triennale “in grado di integrarsi nel panorama universitario italiano sotto il profilo degli sbocchi professionali in enti pubblici e privati, nei settori dei servizi culturali e nel campo dell’editoria, ma soprattutto - si legge nel documento di progettazione - capace di distinguersi per la sua spiccata vocazione alla contemporaneità e, ancora di più, per sapere rispondere a sollecitazioni che, in termini occupazionali, provengono dal mondo, articolato e in costante mutamento, dell’industria culturale”. E cioè dalla televisione, dal cinema, dal digitale, dalla musica e anche dal quello della formazione.
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