DIETA
Mangiare sostenibile per non «mangiarsi» la Terra
«Stiamo mangiando il nostro pianeta»: è il messaggio lanciato dal Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn) nella seconda edizione di «Eating planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro», il volume che contiene contributi di esperti internazionali su sfide e risposte concrete per raggiungere un sistema sostenibile. Tutto ciò che mangiamo, infatti, ha un impatto sull’ambiente. Anzi, se consideriamo solo le emissioni di gas serra è il cibo a dare il contributo maggiore al cambiamento climatico, con il 31 per cento del totale, superando il riscaldamento (23,6 per cento) e i trasporti (18,5). Secondo quanto illustrato in «Eating planet», la carne è responsabile del 12 per cento delle emissioni totali, mentre i prodotti lattiero-caseari contribuiscono per il 5 per cento. Inoltre dal 1990 a oggi le emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura sono aumentate del 20 per cento.
Il libro propone anche il modello della doppia piramide alimentare, che mette in relazione gli aspetti nutrizionali degli alimenti e i loro impatti ambientali, generati nella fase di produzione e consumo. La piramide mostra come ortaggi, frutta, riso, latte e pane hanno un impatto ambientale basso e sono anche alimenti alla base della piramide alimentare, quindi del benessere. Insomma, la sfida di contenere l'impatto degli alimenti inizia a tavola e riguarda anche le nostre scelte di vita e le nostre abitudini alimentari. la scommessa più importante che attende l’uomo, infatti, è produrre cibo e sfamare i prossimi 2 miliardi di cittadini della Terra entro il 2050 senza alterare l’equilibrio climatico. Alcune soluzioni sono a portata di mano, come limitare il consumo di proteine animali a due volte alla settimana facendo spazio a cereali e legumi. Così si possono risparmiare fino a 2.300 grammi di anidride carbonica al giorno, una riduzione annuale per persona di 750 chilogrammi.
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