OMICIDIO-SUICIDIO
Maria e Pompeo, venerdì l'addio
Lunedì l'autopsia all'ospedale di Circolo. Da un mese Milone sapeva di essere gravemente malato, la tragica decisione di farla finita si è via via fatta strada fino al gesto estremo. Poche ore prima un'ultima visita al centro anziani e un gelato insieme
"Sabato mattina ci siamo incontrati al negozio degli alimentari. E’ entrato, si è fermato un attimo come se non ricordasse perché fosse là e cosa dovesse comprare. Poi, senza dire nulla, se ne è andato. Forse chissà, a vedere bene adesso, c’era già il segnale di quello che sarebbe successo di lì a poco. Ma come si fa a immaginare che possa accadere una cosa simile?".
Raineri è un uomo corpulento, di mezza età e abita nelle immediate vicinanze della villetta di via Volta dove sabato Pompeo Milone (81 anni compiuti lo scorso febbraio) ha messo fine alla sua vita e a quella della compagna di una vita, la moglie Maria Valente (avrebbe compiuto 82 anni il 6 agosto), rivolgendo la pistola che deteneva in casa prima sulla donna gravemente malata di Alzheimer e poi su se stesso. E’ stato l’epilogo tragico di una situazione familiare travagliata a causa della malattia di Maria, che negli ultimi anni si era fortemente aggravata fino a farle perdere i ricordi di una intera vita e la capacità di interagire con le persone che le stavano accanto, in particolar modo il marito che la accudiva amorevolmente cercando sempre di non farle sentire il grave peso della sua condizione.
Pompeo recentemente aveva scoperto di avere un male che non perdona: quello stesso che l’anno scorso aveva rapito uno dei due figli, Patrizia, 51 anni. E questo, dicono in molti in paese, potrebbe aver gettato l’uomo nella disperazione più cupa facendogli prendere la decisione estrema. E' ancora grande l'emozione nella cittadina del Seprio. "Forse – aggiunge un vicino – questo gesto finale in qualche modo ha rappresentato una liberazione per lui e per la famiglia. Probabilmente, circa un mese fa quando aveva scoperto di essere malato anche lui, aveva già in mente tutto".
Al centro anziani di Villa Molina, del quale Pompeo e Maria erano assidui frequentatori, alcuni soci ricordano un particolare struggente: il giorno prima dell’omicidio-suicidio Pompeo aveva portato Maria a prendere un gelato e insieme si erano messi a gustarlo su una panchina. Un gesto di tenerezza, pieno di un amore sconfinato, che rivelava ancora quanto granitico fosse il bene provato dall’anziano per la sua consorte e non avrebbe certamente fatto presagire un finale cruento come quello accaduto nella palazzina di via Volta. "Pompeo – è il commento unanime degli avventori di Villa Molina – era una brava persona, un uomo gentile e sempre disponibile. E’ incredibile che possa essere finita così".
I corpi dei due anziani coniugi sono stati portati all’obitorio dell’ospedale di Circolo dove nella giornata di lunedì 1 si è svolta l’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria. Poi Pompeo e Maria saranno restituiti all’amore dei familiari per le esequie, in programma probabilmente nella mattinata di venerdì 5.
© Riproduzione Riservata