Ue-Turchia
Migranti, Turchia chiede a Ue altri 3 miliardi. Continua negoziato
Ankara avanza nuove proposte: ci riprendiamo tutti i migranti
Bruxelles, 7 mar. (askanews) - Continua a Bruxelles il vertice informale straordinario dei capi di Stato e di governo dell'Ue sulla crisi migratoria, ormai ben oltre i tempi inizialmente previsti. I leader dei ventotto stanno ancora discutendo sulle nuove proposte che ha presentato il premier turco Ahmed Davutoglu durante il pranzo di lavoro di oggi, compresa la richiesta di altri 3 miliardi di euro, fino al 2018, oltre ai 3 miliardi già stanziati per i programmi di assistenza ai 2,6 milioni di rifugiati siriani presenti nei campi profughi.
Non è neanche sicuro (come ha osservato il premier maltese Joseph Muscat) che un accordo possa essere trovato magari in tarda notte, dopo la cena a cui dovrebbe tornare a partecipare Davutoglu, che nel frattempo ha visto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg al quartier generale dell'Alleanza atlantica. Secondo ciò che scrive su Twitter Martin Selamyr, il potente capo di gabinetto del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, tuttavia, "ci sono buoni progressi" e "una svolta stanotte è possibile".
Il nuovo piano presentato da Ankara prevede che la Turchia si riprenda tutti i migranti (inclusi i profughi e i siriani) che hanno attraversato illegalmente le frontiere dalle coste turche verso le isole greche. In cambio, oltre ai 3 miliardi aggiuntivi, la Turchia chiederebbe soprattutto tre cose: innanzitutto, che l'Ue accolga- con i programmi volontari di reinsediamento, o "resettlement" - un rifugiato siriano dai campi profughi turchi per ogni siriano ritornato in Turchia dopo aver attraversato illegalmente le frontiere verso l'Ue; in secondo luogo, un sostegno dell'Ue alla vecchia idea di Ankara di costituire delle "safe zone" per i profughi, aree protette militarmente anche con divieto di sorvolo, nel Nord della Siria, a ridosso della frontiera turca; in terzo luogo, l'accelerazione (a giugno invece che a ottobre-novembre) della liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che viaggiano nell'area Schengen.
Ankara, inoltre, vorrebbe vedere progressi più rapidi nel processo negoziale - a lungo bloccato o pesantemente frenato - verso l'adesione della Turchia all'Ue.
Intanto, durante le discussioni, il premier italiano Matteo Renzi, il belga Charles Michel, e il britannico David Cameron hanno insistito perché nell'accordo con la Turchia sia menzionata l'importanza della difesa della libertà di stampa, seriamente minacciata dal regime del presidente turco Recep Tayyp Erdogan.
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