SICUREZZA
Milano, terrorismo: «Isis e minacce a Meloni»
Arrestati un egiziano e un naturalizzato italiano di origini egiziane. «Giurameno di fedeltà allo Stato islamico»
È in corso questa mattina, martedì 17 ottobre, un’operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Milano - Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo - con due arresti nei confronti di un egiziano e un naturalizzato italiano di origine egiziane, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.
L’operazione è condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.
«MANETTE A CHI SOSTIENE TERRORISMO»
«Grazie alle Forze dell’ordine. Tolleranza zero, controlli, manette ed espulsioni per chi sostiene il terrorismo islamico». È il commento del leader della Lega e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a proposito dell’operazione della Polizia di Milano che ha portato in carcere due uomini accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.
«PROPAGANDA PER L’ISIS»
I due arrestati nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano, condotta dalla Digos, erano «estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando "cause di sostegno"» del sedicente Stato islamico, al quale «avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà». Lo scrive il procuratore di Milano Marcello Viola.
«MINACCE ALLA PREMIER»
Anche "minacce" alla premier Giorgia Meloni sarebbero state rintracciate nelle chat in cui scrivevano i due arrestati nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano, condotta dalla Digos. I due, in particolare, mettevano i loro commenti di appoggio all’Isis e contro l'Occidente su gruppi Telegram, Facebook e WhatsApp, frequentati da estremisti.
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