IL CASO
«Molina, si dimetta il cda»
Il consigliere comunale Mirabelli (Pd): «Amministratori sfiduciati da chi li ha nominati. Chi rappresentano?»
«Il Presidente e i quattro componenti del cda del Molina sono stati nominati, un anno fa, dall’ex sindaco Attilio Fontana. Alla luce del finanziamento, alla società Rete 55 Evolution, Forza Italia, tempo fa, ha sfiduciato il componente del cda che ad essa faceva riferimento. Ora, anche la Lega Nord sfiducia i propri due componenti del cda. Sorgono spontanee alcune domande: i tre componenti del cda in questione non sentono il bisogno di rassegnare le dimissioni? Di chi sono rappresentativi l’attuale presidente e l’attuale cda? L’attuale Amministrazione non può revocare le nomine fatte dall’Amministrazione precedente?».
Le bordate sotto forma d’interrogativo, le pone Fabrizio Mirabelli, consigliere comunale del Partito democratico al sindaco Davide Galimberti, suo compagno nel Pd.
Mirabelli ritorna così sul caso politico aperto che riguarda l’operazione finanziaria del cda della Fondazione Molina a vantaggio della società finanziaria legata a Rete 55.
E lo fa dopo che il presidente del cda del Molina, Christian Campiotti ha declinato l’invito della presidenza del Consiglio comunale a riferire della gestione patrimoniale dell’Istituto.
Una gestione di diritto privato che esula - benché vi siano correnti di pensiero opposte - dal pubblico controllo.
Dopo il rifiuto di Campiotti, è stato il consigliere regionale Luca Marsico a porre il problema, alzando il livello della discussione fino ai piani alti del Pirellone. Laddove il presidente del cda del Molina dovrà presentarsi in pubblica audizione.
«Auspichiamo che l’audizione del Presidente del Molina presso Regione Lombardia, che avrà luogo mercoledì 26 ottobre, possa fare trasparenza su una situazione sempre più intricata e opaca».
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