LA TRAGEDIA
Muore clochard nello scalo fantasma
Trovato cadavere Jorge, 51 anni. Lo chiamavano Giorgio Armani
Alla fine i più tragici timori per via Pacinotti sono diventati reali: lì nel deposito della miseria, rifugio di senza tetto e di proprietà delle Ferrovie dello Stato, è stato trovato, senza vita, il corpo di un uomo di 51 anni.
Si tratta di Jorge, ma chi lo conosceva sa che preferiva, scherzosamente, farsi chiamare Giorgio Armani. Scherzava, lo faceva spesso, con Daniel, con Jak e con Silvio, i clochard del camper del sottopasso, ma anche con tutti quelli che incontrava. Nell’ultimo periodo faceva parte dei questuanti presenti sotto i portici di largo Camussi.
C’era anche lui la notte della Vigilia a casa dell’avvocato Pietro Romano, da sempre vicino a queste realtà.
Ed è stato lo stesso Daniel a lanciare l’allarme, chiamando l’ambulanza e i carabinieri.
«Non lo vedevamo da qualche giorno», racconta.
«Ci siamo preoccupati e siamo andati a cercarlo. Era nella sua casa costruita dentro al deposito, ma non si muoveva». Con l’arrivo dei soccorsi, ambulanza, auto medica, carabinieri e vigili del fuoco, non si è potuto far altro che constatare il decesso.
Ancora da ricostruire le dinamiche, analizzate dal medico legale, Andrea Calbi. Secondo quanto raccontato dagli amici si potrebbe trattare di cause di morte naturale, ma è presto per dare sentenze. Sul posto si è poi recato lo stesso Pietro Romano, sconvolto per l’accaduto.
«L’ho visto l’ultima volta lunedì 8 gennaio - ricorda - era al supermercato e l’ho aiutato ad acquistare una cassa d’acqua. Gli avevo consigliato di dormire in camper, ma si è sempre rifiutato perché la sua casa era nel deposito».
Jorge, da molti anni in Italia, vedovo da otto anni e con un figlio all’estero, viveva da quasi tre anni nell’ex deposito delle Fs.
Il corpo, rinvenuto alle 16, è stato poi rimosso in serata, dopo tutti gli accertamenti del caso. Informato dei fatti, anche il sindaco, Andrea Cassani, si è presentato sul luogo, per riconoscere che le preoccupazioni erano reali.
«Lo avevamo detto e purtroppo si è confermato: ci è dovuto scappare il morto prima che facessero qualcosa. Ora speriamo che questa morte “serva” a far intervenire le Ferrovie. Ma la speranza è ricca di dubbi. Qui servirebbe soltanto demolire, ma sembra che non vogliano farlo. Non è possibile però che questi luoghi restino preda di abusivi costretti a vivere nella miseria».
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