LA TRAGEDIA
Muore giocando a calcetto
Barista di 58 anni stroncato in campo da un malore sotto gli occhi degli amici
«Ma perché l’hai passata così la palla?», ha chiesto Giuseppe Malizia all’amico Ambrogio, bacchettandolo per un’azione imperfetta.
«Ma dai, stiamo vincendo», gli ha risposto il compagno di squadra. E la partita è ricominciata. Pochi minuti dopo Malizia si è accasciato sul rettangolo verde del Gym’s. Erano le 11.50 di domenica 18 settembre, il cinquantottenne ha iniziato a rantolare, Ambrogio Fanali gli è corso in aiuto, nel frattempo è stato allertato il 118.
Tra i giocatori c’era un dermatologo che ha tentato di rianimare Malizia con la respirazione bocca a bocca. In attesa dell’ambulanza qualcuno avrebbe voluto avvalersi dei defibrillatori, di cui la struttura sportiva è dotata. Ma nessuno era in grado di usarli.
I sanitari, arrivati in meno di dieci minuti, hanno provato con l’iniezione di adrenalina, con la scossa elettrica. L’uomo, purtroppo, non è mai tornato cosciente.
«Mi è morto tra le braccia», racconta Ambrogio, con la voce spezzata.
E ora si domanda: «Che senso ha mettere a disposizione i defibrillatori se poi non c’è il personale capace di farli funzionare? Domenica non c’era nessuno in grado di usarli.
Forse Giuseppe si sarebbe potuto salvare, o forse no, questo non lo sapremo mai. Ma è certo che il tentativo con il defibrillatore non è stato possibile».
Lunedì 19 settembre, sul corpo del cinquantottenne è stata eseguita l’autopsia, con ogni probabilità comunque a uccidere Malizia potrebbe essere stato un infarto o un aneurisma, un malore difficile da preventivare e ancor meno da arginare.
Sulla disgrazia interviene anche il titolare dell’ex Garden, Marco Pettinari: «Innanzitutto voglio ringraziare i sanitari del 118, perché sono arrivati in circa otto minuti e meritano un plauso per l’efficienza. Per quanto riguarda i defibrillatori - spiega - l’obbligo alla dotazione sarà in vigore dal 30 novembre e solo per le società sportive. Noi siamo una srl, non siamo tenuti ad averli. Eppure è dal 2012 che sono a disposizione. Purtroppo però è impossibile formare tutti i dipendenti all’utilizzo. I Comuni, per esempio, dovrebbero collocarli lungo le passeggiate: come dovrebbero organizzarsi?».
Malizia - molto conosciuto a Oggiona Santo Stefano, dove gestiva un bar - lascia la moglie Silvana e due figlie, Nicole e Susanna.
La sera di lunedì gli amici, i conoscenti e i parenti si sono radunati per la recita del rosario nella chiesa parrocchiale di Oggiona dove mercoledì 21 settembre, alle ore 15, verrà celebrato il funerale.
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