EXODUS
«Natale con i miei, non con clandestini»
Sindaco e assessori assenti al pranzo di Natale dei poveri. Cassani lo spiega così: «Trascorro la festa con i miei cari e non con i costosi. Tutti lo devono sapere: sono finiti i tempi delle vacche grasse»
In diciotto anni non è mai mancato un rappresentante dell’amministrazione al pranzo dei poveri organizzato da Exodus. Una tradizione di bontà e di generosità che ha sempre radunato tante persone attorno al desco natalizio e tanti volontari a dedicare la loro giornata di festa all’aiuto degli altri. Quest’anno non è accaduto così. Nonostante l’invito ribadito proprio sabato su La Prealpinadal responsabile della cooperativa 4Exodus Roberto Sartori, il sindaco Andrea Cassani non ha partecipato. E neppure un rappresentante di giunta si è visto tra i tavoli dell’oratorio di Madonna in Campagna. Un’assenza che ha lasciato con l’amaro in bocca gli organizzatori e che ha richiamato le polemiche elettorali dello stesso Cassani contro l’associazione che fa capo a don Antonio Mazzi. Poi tutto sembrava essersi chiarito con l’incontro di qualche mese tra il fondatore di Exodus e il primo cittadino. Il mancato rinnovo dell’accordo per il progetto “Oltre l’accoglienza” che impegna i profughi in lavori socialmente utili, è stato il primo campanello d’allarme per intuire che i rapporti fossero ancora tesi. L’assenza al pranzo è l’espressione lampante che il sindaco non voglia avere a che fare con questa realtà.
«Invito o non invito - spiega Cassani - io non sarei mai andato. Il Natale lo passo con i miei cari, non con i clandestini e i richiedenti asilo». E se ancora il discorso non fosse ben chiaro aggiunge: «Natale lo trascorro con i miei cari e non con i costosi». Gioco di parole per esprimere il disappunto del sindaco verso Exodus che «è un bel costo per le casse comunali». A ciò si aggiunge la critica più generale sulla gestione dei profughi: «Quanto costano a loro? E quanto ci guadagnano?». Cassani tocca un nervo vivo e va giù come un fiume in piena: «Sono finiti i tempi delle vacche grasse, in Comune non c’è più Margherita Silvestrini(ex assessore ai Servizi sociali del Pd, ndr), ogni soldo speso dai gallaratesi deve essere utilizzato per i gallaratesi». Concetto nel quale Cassani crede sin dal primo giorno in cui è sceso in campo in campagna elettorale: «Quanti gallaratesi c’erano al pranzo di Exodus? Pochi, quasi nessuno. E quanti sono quei gallaratesi che hanno avuto un’opportunità lavorativa grazie a Exodus? La mia impressione è che questa del pranzo sia un’operazione mediatica».
Per la verità all’oratorio di Madonna in Campagna erano presenti duecentocinquanta persone e cinquanta hanno dato il loro lavoro in modo volontario e disinteressato. Il prevosto monsignor Ivano Valagussa ha impartito la benedizione e solo al termine del pranzo è passato il consigliere di maggioranza Giuseppe De Bernardi Martignoni (Fratelli d’Italia) per un saluto. Da 4Exodus, per ora, nessun commento. Ma la soddisfazione per un’iniziativa che ha riscosso successo nonostante quest’anno il coordinatore storico dei volontari Franco La Monicanon fosse presente. Impegnati, però, diversi giovani. Tutti felici al termine della giornata. Con o senza Cassani.
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