Nato
Nato: soldati italiani in Lettonia. Per M5s Renzi vuole guerra
Calderoli: "Russia unica contro Isis". I "dubbi" di Enrico Letta
Roma, 14 ott. (askanews) - Nel 2018 un contingente di quattromila soldati italiani sarà inviato al confine europeo con la Russia. Lo ha annunciato, in una intervista alla Stampa, Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. Lo hanno confermato poi i ministri della Difesa, Roberta Pinotti, parlando di "numeri non molto consistenti", e precisando che con la Ruussia "si deve dialogare", e degli Esteri, Paolo Gentiloni, a giudizio del quale la scelta "non fa parte di una politica di aggressione". Del tema si è parlato oggi anche nel pranzo fra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma la notizia ha suscitato una immediata levata di scudi da parte delle opposizioni e anche qualche perplessità all'interno del perimetro della maggioranza parlamentare.
Da M5s e Sinistra italiana è arrivato l'annuncio di una richiesta formale di informativa del governo in Parlamento, Beppe Grillo ha ritratto sul blog Matteo Renzi e l'ex capo dello stato, Giorgio Napolitano, con l'elmetto: "Vogliono trascinarci in guerra", è l'accusa lanciata dal leader M5S, che con il suo hashtag #IoVoglioLaPace ha scalato su Twitter la classifica dei trending topic, ovvero degli argomenti più popolari. Per Stoltenberg si tratta di una "presenza simbolica" (saranno 140 gli italiani). Ma secondo Grillo si tratta di una "azione sconsiderata", che "espone gli italiani a un pericolo mortale". La Russia invece, ha sostenuto il fondatore del Movimento 5 stelle, "è un partner strategico e un interlocutore per la stabilizzazione del Medio Oriente". Gli ha fatto eco Alessandro Di Battista, figura di punta del Movimento: "Con Mosca - ha scritto su Twitter - serve dialogo altro che divisioni. Con noi al governo nessun soldato italiano al confine con la Russia. Essere alleati non significa essere sudditi".
"Chi ha preso questa decisione è un pazzo", ha osservato Maurizio Gasparri di Forza Italia. Di "nuova guerra fredda" ha parlato anche il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, mentre Roberto Calderoli della Lega ha ricordato che "la Russia è l'unico Paese dichiaratamente contro l'Isis" e ora "addirittura la Nato assume un atteggiamento di difesa militare verso Mosca?".
Qualche scricchiolio su questa scelta della Nato però si avverte anche fra gli alleati del Pd: "La decisione della Nato di schierare truppe italiane al confine con la Russia è una scelta folle", accusa il deputato di Scelta civica verso i cittadini per l'Italia Marco Marcolin, secondo il quale "oggi il nemico comune non è Vladimir Putin ma i tagliagole dell'Isis". Ma la voce critica forse più autorevole, per quanto al momento estranea al dibattito parlamentare, è quella di Enrico Letta: "Francamente - ha twittato - più di un dubbio sul senso dell'improvvisa scelta di schierare truppe Nato in Lettonia al confine con la Russia".
Diversi esponenti del Pd hanno fatto rilevare come le polemiche arrivino in ritardo: si tratta di un "impegno già noto da mesi stabilito durante il vertice Nato di Varsavia" a luglio, ha detto Andrea Manciulli, presidente della delegazione parlamentare italiana alla Nato. Fonti di Sinistra italiana ricordano però che proprio dopo Varsavia era stato chiesto al governo, senza esito, di riferire in Parlamento sulle decisioni assunte in quella sede.
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