MALTRATTAMENTI E LESIONI
Nerviano, botte e violenze psicologiche in famiglia
Custodia cautelare in carcere per un uomo residente nell’Alto Milanese: moglie e figli vivevano in un clima di terrore
C’è un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Milano, per maltrattamenti in famiglia e lesioni, con l’aggravante di aver commesso i fatti nei confronti della figlia, alla presenza di minori, a carico di un uomo residente in zona (altri particolari non sono stati divulgati a tutela della privacy delle vittime). L’atto è stato notificato dagli agenti della polizia locale di Nerviano e Pogliano Milanese. L’indagine condotta dal Nucleo Operativo del Comando Unico coordinati dal comandante Stefano Palmeri, hanno preso avvio dalla segnalazione della scuola che aveva raccolto affermazioni degne di nota da parte dei figli.
“CODICE ROSSO”
E’ stata così attivata la procedura prevista dal cosiddetto “codice rosso” e si è subito instaurato uno stretto contatto con il Pubblico ministero titolare delle indagini che ha delegato una serie di attività investigative, tra le quali l’assunzione di informazioni delle persone offese da altri soggetti. Tutto ciò ha portato l’autorità di giudiziaria all’emissione di un provvedimento restrittivo nel giro di pochi giorni. Alle indagini sono emersi episodi di violenza sia fisica che psicologica posta in essere dal soggetto nei confronti di moglie e figli. L’uomo quando si arrabbiava prendeva a calci, pugni e parolacce i propri figli e in alcuni episodi malmenava anche la moglie. In casa vi era un clima di angoscia: era lui a comandare.
LE INDAGINI
Le indagini si sono svolte nel più stretto riserbo al fine di non ingenerare alcun sospetto nell’uomo e sono stati attivati servizi di pattugliamento dinamico nei pressi della residenza della famiglia. Inoltre, sono state monitorate le presenze dei figli a scuola e della moglie sul posto di lavoro. Per anni la donna ha sempre giustificato e minimizzato le condotte dell’uomo e ha sempre cercato di nascondere e non denunciarlo fino ad oggi. Anche in altre occasioni dove nel corso di litigi violenti i figli avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, pur essendo stata malmenata poco prima, la moglie ha sempre riferito agli operatori intervenuti che si trattava di una banale lite familiare.
AGGRESSIVO CON LE DONNE
L’uomo, nel corso dell’esecuzione della misura, si è sempre mostrato gentile oltremodo e remissivo proprio perché la sua violenza era diretta solo nei confronti delle donne e dei soggetti deboli. Anche a scuola, aveva atteggiamenti arroganti e aggressivi quando aveva colloqui con le insegnati donne e con la preside. E in tali circostanze, la moglie non aveva possibilità di parlare con le insegnanti stesse perché l’uomo non gliene dava modo: addirittura si sedeva anteponendosi a lei mostrandole la schiena.
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