MONDIALI DI NUOTO
Nicolò, finale sfumata
Per Martinenghi solo il nono tempo nella semifinale dei 100 rana: «Deluso, ma non ho provato buone sensazioni. Non mi abbatto, ci sono ancora i 50»
Non ce l’ha fatta, Nicolò Martinenghi, a conquistare la finale nella prima gara iridata della sua giovanissima carriera: il quasi diciottenne di Azzate, che era arrivato alla semifinale dei 100 rana con il quinto tempo assoluto, è scivolato in nona posizione, primo degli esclusi dalla gara di lunedì 24 che assegnerà la medaglie. Non è stato il miglior Martinenghi di sempre, quello che ha nuotato nella seconda semifinale in corsia 3: bene nella prima vasca, chiusa al terzo posto, ha come sempre avuto un calo nella seconda metà gara perdendo posizioni fino a chiudere settimo, lontanissimo dal “mostruoso” Peaty (57”75 per il britannico) che ha praticamente già in tasca l’oro. Il tempo segnato dall’azzurro, 59”41, di 8 centesimi più lento rispetto alla mattina, gli lascia l’amarezza di essere il primo degli esclusi. Anche se, per strappare il lasciapassare per la finale, “Tete” avrebbe dovuto migliorare il suo personale di 29”23 o giù di lì (l’ottavo, il russo Prigoda, ha chiuso in 59”24). Amarezza, dunque, per il portacolori delle Fiamme gialle cresciuto nel Nuoto Brebbia: anche se il bilancio complessivo del suo mondiale si potrà stilare solo martedì 25 dopo la gara veloce dei 50, nella quale l’azzatese ha altre frecce notevoli da scoccare.
Era iniziato alle 11.30 di domenica 23 luglio il mondiale dell’enfant prodige del nuoto italiano e varesino, diciott’anni l’1 agosto. Nella gara di cui detiene il primato italiano e il mondiale juniores, “Tete” aveva debuttato vincendo la sua batteria, la settima e penultima, con il tempo di 59”33, un decimo peggio del suo personale stabilito poche settimane fa agli europei juniores di Netanya (Israele). Per l’azzurro, che nella notte precedente aveva accusato un lieve malessere (qualche linea di febbre), una prestazione sicuramente positiva, considerando che si era imposto in scioltezza (oltre quattro decimi lasciati al secondo, il giapponese Koseki, poi classificatosi per la finale) e che il suo tempo, tra i sedici semifinalisti era il quinto assoluto, lontano solo dal “mostro” Adam Peaty (il britannico aveva nuotato in 58”21) ma a meno di due decimi di distanza da tutti gli altri aspiranti al podio.
C’è amarezza, naturalmente, nel dopogara di Nicolò, anche se il campione azzatese si conferma positivo, anche nella sconfitta: «Il passaggio ai 50 era buono, ma le sensazioni provate in vasca non sono state ottime fin dal primo metro. Pensavo comunque di poter nuotare un tempo molto simile a stamattina, invece è andata così. Certo, 59”4 non è un tempo da buttare via, ma ci speravo. Sono deluso, anche se la gioia per questo mio primo mondiale resta. E poi ho ancora i 50, non mi butto giù». Appuntamento per martedì 25, dunque: la voglia di riscatto di Martinenghi non è certo un fattore da sottovalutare.
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