Niente mercatini di Natale
A Gallarate la giunta Guenzani ha deciso di non autorizzare le tradizionali bancarelle in piazza Libertà. Soddisfatti i negozianti, protestano gli ambulanti.
Mercatini sì, mercatini no. L’amministrazione comunale, per bocca dell’assessore alle Attività produttive Angelo Protasoni, mercoledì mattina alla presentazione delle iniziative natalizie ha annunciato che «quest’anno il Duc ha deciso di non organizzare mercatini commerciali in piazza Libertà», lasciando così maggiore spazio alle associazioni del territorio.
Niente più bancarelle dei contadini della Val di Non, vista l’aspra polemica sollevata nelle ultime settimane contro i gruppi di ambulanti che dovrebbero (e spesso è così) attirare gente nel centro storico ma che spesso finiscono (come nel caso dello scontrino pre-datato o sul mancato adempimento delle norme igienico sanitarie) per creare una concorrenza sleale coi negozianti della città.
Eppure i gazebo a molti piacciono, e i recenti successi di eventi simili in altre città ne sono una chiara dimostrazione. Che i mercatini siano una risorsa ne è convinto in primis Massimo Rogora, promotore del consorzio ambulanti dell’Insubria, che a Busto Arsizio ha organizzato diverse iniziative di successo. Come l’Aspettando il Natale di domenica scorsa, insieme alle bancarelle di Forte dei marmi: «Il centro storico era invaso dalla gente, ed i nostri locali hanno lavorato tantissimo», racconta. Il modello bustocco però non sembra convincere gli esercenti gallaratesi e le associazioni di categoria, che chiedono maggiori controlli sui venditori.
«Una città senza mercatini è una città vuota, bisogna però investire sulla pubblicità così da attirare gente ed ottenere benefici su tutta la città. La lotta va fatta semmai con i centri commerciali, aperti ventiquattr’ore su ventiquattro e anche nei festivi», chiarisce Rogora, che punta a coinvolgere il Comune per riproporre il successo riscontrato a Busto anche nella città dei due galli.
Tra chi si schiera in difesa degli ambulanti c’è anche Dino Crivelli, direttore dell’associazione Il Crivello che in centro ha organizzato diverse manifestazioni con una buona risposta in termini di affluenza. Vero è però che in queste occasioni si sono verificati anche episodi spiacevoli, come lo scontrino datato 1999 battuto durante la sagra del tartufo. Un caso che ha sollevato una folta scia di polemiche: «In tutte le manifestazioni capitano episodi che possono essere riprovevoli, ma bisogna tener conto di tutto l’evento nel suo complesso. È difficile gestire decine di espositori, e bisogna tener conto che queste giornate han visto migliaia di persone arrivare anche da fuori città».
© Riproduzione Riservata