SCENARI
Dagli idrocarburi energia all’indotto
Raboni (Liuc): «Positivo che Shell abbia interesse per il nostro territorio»
Quale scenario potrebbe aprirsi se Shell, il colosso dell’energia, dovesse riuscire a trovare nel sottosuolo varesino la presenza di idrocarburi? «A beneficiarne sarebbe soprattutto l’indotto legato all’oil & gas», risponde Massimo Raboni, docente della scuola di ingegneria industriale della Liuc-Università Cattaneo. E’ chiaro che si tratta, per il momento, di pure ipotesi sul futuro, tra l’altro formulate senza alcuna verifica scientifica, ma è altrettanto evidente che per le diverse pmi varesine potrebbero nascere nuove opportunità. «Se ci fossero idrocarburi nel sottosuolo - continua il docente Liuc - sarebbe chiaramente una nuova opportunità per l’economia locale. Probabilmente a beneficiarne sarebbero le aziende che già operano nel settore. Per loro potrebbero nascere nuovi lavori e, di conseguenza, un incremento occupazionale».
Ma i tempi sono lunghi. E non è detto che l’ipotesi avanzata da Shell circa la presenza di idrocarburi (anticipata su queste colonne nei giorni scorsi) si riveli fondata. Del resto, la stessa multinazionale, si prepara ad avviare una indagine conoscitiva, sia del sottosuolo, sia del territorio, sul quale dovrebbe operare. Nelle prossime settimane, infatti, i tecnici di Shell incontreranno gli amministratori e i cittadini dei diciotto comuni della provincia coinvolti nel progetto.
«Questo approccio di dialogo è molto positivo - sottolinea Raboni - Teniamo conto che al momento si tratta solo ed esclusivamente di verifiche, tra l’altro non invasive. Vengono provocati dei piccolissimi sussulti nel sottosuolo per verificarne la natura. Ma si tratta di movimenti che non vengono in alcun modo percepiti, se non dagli appositi strumenti scientifici».
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