LA DENUNCIA
«Colombo devi morire»
Minacce al vicesindaco dopo la concessione dell’aula consiliare a CasaPound
Minacce di morte via telefono al vicesindaco Maria Colombo: è successo nel tardo pomeriggio di venerdì 24 febbraio. Quando è arrivata la telefonata anonima di minaccia, l’esponente di giunta era al lavoro nell’azienda di famiglia. Maria Colombo, imprenditrice classe 1976, vicesindaco dal luglio 2016 con deleghe alle Attività produttive, Politiche per il lavoro e Pubblica sicurezza e rappresentante consiliare della Lega Nord, ha immediatamente denunciato il gesto alla Stazione dei carabinieri di Castano Primo.
Un gesto, la telefonata anonima di minacce, che l’amministrazione comunale, nella nota diffusa lundì 27, mette in relazione con il clima venutosi a creare a Turbigo a seguito della decisione di affittare l’aula consiliare a CasaPound per la presentazione a cura di Gabriele Leccisi e Stefano Casari del libro “Con Mussolini prima e dopo Piazzale Loreto”, di Domenico Leccisi.
Una nota stilata soltanto dopo il weekend «Per non esacerbare un clima che si stava facendo troppo caldo e alzare il livello del rischio» ha spiegato il sindaco Garavaglia. «Dopo il tentativo di censura da parte di Anpi in merito alla prenotazione (pienamente legittima e corretta) di una sala di proprietà del Comune, regolarmente pagata da parte di CasaPound per organizzare la presentazione di un libro, ecco arrivare le minacce di morte con una telefonata anonima –recita il comunicato–. Il clima di tensione ha portato a questi epiloghi di violenza e minaccia, che sono del tutto inaccettabili e che saranno duramente perseguiti». «Abbiamo superato i limiti della decenza e della tollerabilità – è il commento al telefono del primo cittadino Christian Garavaglia –. Oggi in giunta ci confronteremo con il legale per capire se, attivandoci anche come Comune presso le autorità competenti, ci sarà possibile fornire un supporto a quanto già fatto dal vicesindaco».
Oltre alla rabbia, c’è l’incredulità nel tono delle parole del sindaco: «Stiamo parlando di minacce di morte per l’affitto di una sala che è servita per la presentazione di un libro; non so se ci rendiamo conto della gravità del gesto. Dalle parole siamo passati alle minacce: è intollerabile. Bisogna fermarsi qui; anzi alle minacce non si sarebbe dovuto nemmeno arrivare».
Una telefonata minatoria, quella al vicesindaco, che fa a pugni con la situazione a Turbigo nel fine settimana: tranquillità nella sera del venerdì, alla sala Iris, per la costituzione della sezione Anpi locale, nessun problema di ordine pubblico nemmeno in municipio sabato pomeriggio per l’iniziativa di CasaPound. «Mi aspettavo che filasse tutto liscio, perché questa per me è la normalità, questa è la democrazia –ribadisce Garavaglia–; si possono manifestare idee diverse, si può essere in disaccordo, ma non si può e non si deve chiudere la bocca a chi non la pensa come noi. Come sindaco, insieme con l’amministrazione Comunale di Turbigo, desidero esprimere piena solidarietà a Maria, assieme allo sdegno più totale per questi atti ignobili che evidenziano violenza e comportamenti anti-democratici».
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