G7
Obama al G7, non è esclusa storica visita a Hiroshima
Mai nessun presidente Usa ha visitato città bombardata con atomica
Roma, 23 mar. (askanews) - Barack Obama è avvezzo ai gesti storici. E quello che sta valutando se fare a maggio può a ben ragione dirsi tale: una visita nella città di Hiroshima, distrutta nel 1945 dal primo bombardamento atomico della storia effettuato dagli Stati uniti. Un funzionario americano, che ha chiesto di non essere nominato, ha spiegato che in occasione del G7 che si terrà in Giappone - nella prefettura di Mie, non lontano da Hiroshima - non è escluso che il primo presidente americano nero possa anche diventare il primo presidente Usa a visitare la città martire.
Il Giappone chiede da sempre ai leader mondiali di visitare Hiroshima e Nagasaki, le uniche due città che hanno subito l'olocausto nucleare. Molti alti dignitari di tutto il mondo l'hanno fatto - per l'Italia i presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro - ma mai un inquilino della Casa bianca. Gli Stati uniti non hanno mai rivalutato la scelta di Harry Truman, che guidò gli Usa nell'ultimo spicchio della seconda guerra mondiale, di far cadere le due bombe atomiche sulle città giapponesi, il 6 e 9 agosto 1945, per porre termine alla guerra. Nel bombardamento morirono almeno 220mila persone. L'Enola Gay, il bombardiere che le trasportava, è tuttora esposto allo Smithsonian Institution e non suscita proteste particolari da parte dei normali cittadini americani.
In realtà già da qualche anno esponenti in carica delle istituzioni a stelle e strisce si fanno vedere a Hiroshima. Ha cominciato la democratica Nancy Pelosi, allora speaker della Camera dei Rappresentanti, nel 2008. E l'ha fatto anche l'attuale ambasciatrice americana a Tokyo Caroline Bouvier Kennedy, figlia del defunto presidente John Fitzgerald Kennedy. Anche un presidente si è fatto vedere nella città: Jimmy Carter. Ma dopo la fine del suo mandato. Le organizzazioni degli "hibakusha", le persone rimaste esposte all'atomica, dal canto loro, non demordono e continuano a lanciare appelli perché la storica visita si svolga.
Yoshihide Suga, il portavoce ufficiale del governo di Tokyo, si mantiene particolarmente prudente. "Il governo ha sempre chiesto ai leader di tutto il mondo di visitare Hiroshima e Nagasaki per vedere coi loro stessi occhi la realtà dei bombardamenti atomici", ha detto. "Noi crediamo - ha continuato - che sia importante rafforzare la pressione internazionale per il raggiungimento di un mondo senza armi nucleari".
Intanto una prima occasione sarà il prossimo mese, il 10-11 aprile, quando proprio a Hiroshima - città da cui proviene il ministro degli Esteri nipponico in carica Fumio Kishida - si riuniranno i capi delle diplomazia dei G7. La diplomazia nipponica sta lavorando per organizzare una visita collettiva dei ministri al Museo della Pace e Memoriale della bomba atomica. Lo stesso ministro italiano Paolo Gentiloni, lo scorso sabato, ha auspicato di poter visitare il memoriale. Il punto, tuttavia, è quello di poter portarvi anche il segretario di Stato Usa John Kerry. Evidentemnte quest'incertezza, o prudenza, è legata alle decisioni di Obama. La decisione sulla visita del presidente verrà comunicata dopo il G7 dei ministri degli Esteri.
Se Obama decidesse di recarsi al Museo della Pace e Memoriale della bomba atomica, iscriverebbe il suo nome su un registro delle visite che già vede le firme di Ernesto "Che" Guevara, Giovanni Paolo II, Olof Palme, Madre Teresa di Calcutta, Leonard Bernstein, Andrei Sakharov, Mikhail Gorbaciov, il Dalai Lama, Vaclav Havel, Helmut Schmidt, Richard von Weizsäcker, Elie Wiesel, Fidel Castro. Una compagnia non da poco.
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