LA CERIMONIA
«Occorre il dialogo tra diversi»
Il prevosto benedice piazza cardinal Martini e incalza la politica
In città è la domenica del cardinal Carlo Maria Martini. Il gesuita per ventidue anni alla guida della diocesi più grande del mondo, quella di Milano, ha studiato da giovane sacerdote e ha trascorso gli ultimi quattro anni di vita da saggio porporato e grande biblista all’Aloisianum. Nel mezzo un ministero ormai portato a esempio. Sempre con Gallarate nel cuore. Tanto da sceglierla come ultimo approdo da pensionato dopo il periodo di preghiera a Gerusalemme. Quindi, Gallarate lo celebra a definitiva memoria dedicandogli la piazzetta realizzata di fianco alla chiesa di San Giorgio a Cedrate. L’occasione giusta per rammentare alcuni suoi insegnamenti. Monsignor Ivano Valagussa non se la lascia scappare e, mentre il sindaco leghista Andrea Cassani vicino a lui ascolta, al microfono pronuncia, rimarca, enfatizza la parola del giorno: «Dialogo». Tra etnie, religioni e idee diverse.
Un messaggio chiaro. Alla Gallarate che in questo periodo pare aver smarrito il concetto.
Il prevosto già qualche minuto prima della cerimonia istituzionale, conclusa la processione lungo le strade del quartiere periferico, in una domenica delle Palme impreziosita dalla messa solenne celebrata all’aperto sul sagrato della basilica di Santa Maria Assunta, mette a fuoco il tema. Ricorda il monito di papa Francesco nella recente visita milanese e ne rilancia l’invito «a tutti gli uomini di buona volontà di qualsiasi fede, estrazione, posizione politica, a darsi da fare e a ritrovare la speranza in ciò che si fa». Poi, intorno alle 16.30, si sposta nella piazzetta dove ci sono sindaco, assessori (Orietta Liccati, Claudia Mazzetti, Isabella Peroni e Paolo Bonicalzi), il presidente d’aula Donato Lozito, consiglieri di maggioranza e opposizione (Leonardo Martucci per i primi e per i secondi Edoardo Guenzani, Sebastiano Nicosia, Danilo Barban, Giovanni Pignataro, Margherita Silvestrini, Anna Zambon e Rocco Longobardi). È qui che monsignore, partendo dall’agorà quale luogo di incontro, declina il tema della necessità di dialogo citando sia il cardinale sia il sociologo Zygmunt Bauman.
Valagussa ripete l’esortazione di Martini al Sinodo dei giovani: «Attraversate la città contemporanea con il desiderio di ascoltarla e comprenderla senza schemi riduttivi e paure ingiustificate. Favorite i rapporti tra persone diverse per storia, provenienza, formazione culturale e religiosa. Possiate essere il fermento e i promotori di nuove agorà dove si possa dialogare anche tra coloro che la pensano diversamente in una ricerca appassionata e comune».
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