IL TERZO TURNO
OJM, il cuore non basta
A Masnago passa il Paok allo sprint: 70-75. Infortunato Anosike
Se tiri col 10% da tre e il tuo rimbalzista titolare si blocca (colpo alla schiena) dopo 4 minuti di gioco, gli auspici non sono a tuo favore.
Se poi aggiungi che il tuo cecchino, Melvin Johnson, vede la rete come gli apostoli sul lago di Tiberiade prima che ci pensasse il Maestro, e che di fronte hai una squadra muscolosa e scorbutica, capace di rotazioni essenziali, allora ti spieghi perché il martedì di Coppa comincia male.
A farlo finire peggio, poi, ci pensa il migliore dei tuoi - il sin lì sontuoso capitan Cavaliero - che a 8” dalla sirena, sul -3 e con la palla in mano, s’inventa lanciatore di martelli e cogliendo l’ennesimo ferro dalla distanza, spiana l’ennesimo contropiede per tale Bryant che con Kobe c’entra solo per il cognome. Tiri liberi a tempo concluso e 70-75 spiegato così.
Peccato, perché il Paok ha provato in tutti i modi a tener viva una partita che Varese s’è giocata nonostante lacune evidenti, confermate dalle recenti batoste in Lituania e in Toscana: l’insostenibile leggerezza di Johnson che per Milan Kundera era una virtù ma che nel basket ti affonda, l’immaturità di Pelle che anziché dosare la potenza, si autoelimina sul più bello, le leggerezze di Campani (tagliato fuori sui liberi decisivi del 66-68 con Clanton che poi ne mette solo 1/2) e dello scatenato Eyenga (23 punti ma anche un fallo in attacco assurdo sul 60-62 e anche una linea laterale pestata a inizio terzo quarto) sono le evidenze su cui lavorare e alle quali la buona volontà di Eyenga, Cavaliero, Avramovic (impreciso) e Ferrero non è bastata per porre riparo.
Fra le note positive, a parte la difesa di Kangur (ormai definibile alla stregua calcistica di un centrale difensivo visto che in attacco piazza solo due assist ma tira giù cinque rimbalzi), c’è la percentuale ai liberi, ritornata decente (28/34) ma non la presenza a rimbalzo (35-50 con un record di 4 consecutivi nel finale, sui quali il Paok è riuscito a sbagliare cinque tiri) che l’assenza di Anosike spiega solo in parte. Varese appare leggera ben oltre le caratteristiche fisiche: Maynor va a corrente alternata, il gioco sui lunghi è prevedibile, gli esterni balbettano, solo la difesa dà - a tratti - soddisfazioni a coach Paolo Moretti.
Il quale però ci mette del suo nel finale sciagurato, dopo una rimonta da applausi (12-17, 35-38 e 55-52 i primi tre parziali): sul 60-61, con un parzialino greco di 0-4, due tiri da tre sbagliati da Johnson e Maynor e una stoppata colossale su uno sperdutissimo Johson, s’è dovuto aspettare il quinto fallo di Kangur per fermare il gioco. Inutile prendersela con gli arbitri, il cui metro finale dev’essere stato in linea con gli orari dei voli da Malpensa ma era di certo più adatto alla lotta grecoromana.
La Coppa restituisce dunque una OJM fragile nonostante il cuore buttato sul parquet. Può sembrare poco e lo resterà se qualcuno non troverà la ricetta, nelle sinapsi dei giocatori ma anche in palestra, per trasformare i tiri in canestri. Domenica 6 novembre al Pala2A arriva Avellino e se le doppiette di Varese restano queste, è facile prevedere che i lupi faranno festa.
Openjobmetis Varese-Paok Salonicco 70-75
(12-17; 35-38; 55-52)
OPENJOBMETIS: Anosike, Maynor 10 (2-4, 1-5), Avramovic 12 (1-5, 0-1), Pelle 2 (1-3), Bulleri ne, Cavaliero 12 (3-5, 1-5), Campani 4 (2-5, 0-1), Kangur (0-1), Canavesi ne, Ferrero (0-2, 0-1), Eyenga 23 (7-10, 0-1), Johnson 5 (2-5, 0-5). All. Moretti.
PAOK: Chrisykopulos 11 (5-7), Koniaris 2 (1-2), Tslochas 7 (1-4 da 3), Taylor 10 (1-3, 2-3), Miljenovic 2 (1-3, 0-1), Glyniadakis 6 (2-4), Sibert 7 (0-5, 1-3), Bryant 11 (3-6, 0-3), Peiners 14 (2-4, 1-1), Clanton 5 (2-11). All. Markopulos.
Note - Tiri liberi: Varese 28/34, Paok 26/34. Rimbalzi: Varese 35 (Cavaliero 7); Paok 51 (Clanton 13). Totali al tiro: Varese 18/40 da 2, 2/19 da 3; Paok 17/47 da 2, 5/15 da 3. Spettatori 1911.
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