FOBIE
Ortoressia, l’ossessione per il cibo
Non c’è dubbio che mangiare sano sia una delle azioni più importanti per la salute delle persone, ma quando diventa estremo può tramutarsi in una patologia ossessivo-compulsiva chiamata ortoressia. Secondo dati diffusi dal ministero della Salute, sarebbero oltre tre milioni gli italiani con disturbi alimentari e di questi circa il 15%, soprattutto uomini, soffrirebbe di ortoressia. I dati arrivano da un’indagine promossa da Nutrimente, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare. Secondo Steven Bratman fondatore del termine ortoressia nel lontano 1997, tra i comportamenti tipici vi sono: «Pensare al cibo per più di tre ore al giorno selezionandolo più per i benefici sulla salute che per il gusto, sentirsi in colpa quando non si segue la dieta abituale, sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto». «L’ortoressico non va dal medico per farsi curare perché semplicemente non si sente un malato, si considera una persona sanissima, sviluppa una fobia per i cibi e fa una dieta molto restrittiva che lo porta all’isolamento sociale», spiega Lucio Rinaldi, psichiatra dell’università Cattolica. Rinaldi sottolinea l’importanza del ruolo che hanno i familiari e le persone che ruotano intorno agli ortoressicci: Spesso scopriamo che in famiglia ci sono genitori affetti da questa patologia curando i bambini che di solito presentano sofferenze fisiche dovute dalla mancanza di una dieta sana, solo allora intercettiamo un malato di ortorossia e non è detto che il paziente si lasci curare». Curare l’ortoressia quindi non è un’impresa semplice anche alla luce delle nuove convinzioni che il cibo non è più quello di una volta: «Gli ortoressici si sentono superiori a chi non ha un simile autocontrollo, sono come i vigoressici, ossessionati dalla forma fisica, che in questo caso si manifesta con la potenza dei muscoli».
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