IL CASO
Palazzo Estense “trema”, minoranze all’attacco
Le divisioni nel Pd minano la maggioranza e sono benzina per le opposizioni. Binelli (Lega nord):
I problemi e le dure prese di posizione di Luisa Oprandi e Fabrizio Mirabelli all’interno della maggioranza, così come i dissensi di Giampiero Infortuna, sono benzina per l’opposizione che, sulla questione, non manca di amplificare i mal di pancia che si susseguono da giugno a oggi.
Per Fabio Binelli sono «la dimostrazione di essere di fronte – dice il capogruppo della Lega nord - da un lato alla volontà consociativa di Davide Galimberti, che si propone di attirare tutto e tutti nel governo cittadino e dall’altro alla resistenza di persone interne al Partito democratico, che dopo aver ben lavorato all’opposizione, si chiedono giustamente perché devono collaborare con chi non ha condiviso un programma elettorale. È una contrapposizione tra politica di potere e politica di idealità che potrà creare molti grattacapi a Galimberti. L’Amministrazione comunale non è solo tappare le buche, come dice Matteo Renzi e sembra ripetere il sindaco, ma è soprattutto applicazione di convinzioni. E le idealità di Fabrizio Mirabelli o di Luisa Oprandi non le possono certo tradurre in pratica Franco Taddei o Stefano Malerba».
Simone Longhini, capogruppo di Forza Italia, sottolinea invece come «non c’è stato ancora un Consiglio comunale dall’inizio del mandato in cui tutto il gruppo espressione del partito di maggioranza relativa, il Partito democratico, abbia votato compatto. Un segnale preoccupante per la tenuta della maggioranza, soprattutto per il futuro, se si considera che i provvedimenti portati finora nell’assise cittadina sono stati solo poco più che formalità».
Rincara la dose il coordinatore cittadino forzista, Roberto Leonardi: «Non sono trascorsi neanche due mesi – afferma - e una parte della giunta si rende protagonista di un contrattino, il cui contenuto, per certi versi imbarazzante e rivelato dall’opposizione ombra, lascia nell’indifferenza il sindaco e il vicesindaco, mentre il segretario del Pd varesino lo nega. Insomma, una prova di fedeltà e d’amore incondizionato di un marito tradito nel giorno di Santa Lucia e che da quel giorno non si fida più di alcuni consiglieri del suo partito e che alle primarie avevano fatto altre scelte. Questo atteggiamento repressivo rivela la vera essenza di un Pd in perfetto stile renziano che dietro al buonismo, ai principi di sola facciata e alle parole di ottimismo e di rinnovamento, nasconde un estremismo psicologicamente violento e soprattutto disposto a schiacciare chiunque non sia allineato».
Per Carlotta Calemme, consigliere di Forza Italia, quanto «rivelato da Luisa Oprandi è un attacco vergognoso nei suoi confronti».
Carlo Piatti, consigliere della Lega nord, parla di «regime sovietico per una vicenda di cattivissimo gusto e senza senso. Dove il Pd, dopo averci tolto la possibilità di votare gli eletti in Provincia, e magari anche in Senato, vuole influire pure delle elezioni dei singoli consiglieri comunali. Andando contro a consiglieri come Oprandi, Mirabelli e Infortuna che, con Luca Conte, nei cinque anni precedenti si sono dati un gran daffare per la città e il Pd».
Anche Luca Boldetti della Lista Orrigoni ritiene «il metodo utilizzato con i colleghi Oprandi e Mirabelli poco democratico, tanto per restare in tema».
Sulla stessa linea anche Andrea Badoglio, candidato sindaco di Varese civica: «Oprandi e Mirabelli – sottolinea - hanno fatto diventare sindaco Galimberti con più di mille voti. Tuttavia è stato maggiormente premiato Malerba, rispetto a due persone che hanno fatto campagna elettorale. La dice lunga su come vengono rispettati gli elettori».
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