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Papa cambia rito "Lavanda dei piedi": scegliere anche le donne
Per Francesco così si "esprime pienamente la carità di Dio"
Roma, 21 gen. (askanews) - Anche le donne, su volontà di Papa Francesco, potranno far parte del gruppo dei fedeli prescelti per partecipare alla Lavanda dei piedi, il rito legato al giovedì santo e che, dalla riforma della settimana santa del 1955, può compiersi anche nella messa vespertina che inaugura il triduo pasquale. Con il decreto "In missa in cena Domini" la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha infatti ritoccato la rubrica del Messale Romano sulla lavanda dei piedi: d'ora in poi, si legge nel decreto, nel "gruppetto di fedeli che rappresenti la varietà e l'unità di ogni porzione del popolo di Dio" ci potranno essere "uomini e donne, e convenientemente di giovani e anziani, sani e malati, chierici, consacrati, laici". Dal Messale sparisce dunque l'indicazione "gli uomini prescelti vengono accompagnati dai ministri...", che viene sostituita con "i prescelti tra il popolo di Dio vengono accompagnati dai ministri...".
Le donne in realtà non erano escluse dai fedeli che partecipavano al rito. Lo stesso Francesco infatti nell'ultimo giovedì santo, il 2 aprile 2015, nel Carcere di Rebibbia aveva lavato i piedi a 12 detenuti, tra i quali sei donne. Si tratta quindi di una modifica più tecnica, ma che dà il senso dell'attenzione del Papa al mondo femminile.
Il decreto è stato firmato dal prefetto della Congregazione, il cardinale Robert Sarah, lo scorso 6 gennaio ed è stato emanato su disposizione del Papa, che in una lettera a Sarah il 20 dicembre 2014 aveva disposto "che venga modificata la rubrica secondo la quale le persone prescelte per ricevere la Lavanda dei piedi debbano essere uomini o ragazzi, in modo tale che da ora in poi i Pastori della Chiesa possano scegliere i partecipanti al rito tra tutti i membri del Popolo di Dio". L'intento del Pontefice era "migliorare le modalità di attuazione" del rito, "affinché esprimano pienamente il significato del gesto compiuto da Gesù nel Cenacolo, il suo donarsi 'fino alla fine' per la salvezza del mondo, la sua carità senza confini".
La Congregazione nel decreto ricorda comunque "ai pastori il loro compito di istruire adeguatamente sia i fedeli prescelti sia gli altri, affinché partecipino al rito consapevolmente, attivamente e fruttuosamente".
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