Pedemontana: si paga. Tra ribellione e code
Pedemontana: da martedì 1 dicembre anche chi ha aderito al sistema di sconti Conto targa inizia a pagare il pedaggio. E sindaci sono pronti a far sentire la loro voce. Dopo un mese gratuito, ora sarà applicata la tariffa ribassata al 50 per cento.
Già all’inizio di novembre, con l’entrata in vigore del pedaggio, c’era stato l’effetto deserto sulla tangenzialina di Varese da Gazzada al Ponte di Vedano. Fenomeno che ha riportato il traffico di auto e veicoli pesanti sulla strada provinciale 57. Tanto da allertare subito i sindaci del territorio, Cristina Bertuletti (Gazzada), Matteo Bianchi (Morazzone) e Giuseppe Licata (Lozza) che ha persino scritto al ministro Graziano Delriochiedendo il depedaggiamento della tratta. Proprio Licata ora sottolinea: «Siamo pronti al peggio. I mezzi di passaggio si sono ridotti notevolmente riversandosi sulla provinciale e anche all’interno dei paesi. Saremo ancora più attenti nel monitorare la situazione che ai nostri paesi porta soltanto disagio».
Insomma, è reclamata la gratuità. Chiesta anche dal governatore della Lombardia Roberto Maroni e su cui si è aperta una questione politica fra Lega Nord e Partito democratico. In questo momento però il mondo della politica resta congelato in uno scarica barile, rimbalzandosi le competenze per trovare i soldi per garantire il transito gratis.
Ma i cittadini, molti ritardatari irriducibili dell’ultimo minuto, si sono trovati in mezzo al caos del Conto targa. Il pomeriggio del 30 novembre, per sottoscrivere il contratto che dà il beneficio retroattivo della gratuità per il mese di novembre oppure pagare i passaggi sull’autostrada al Punto Verde di Mozzate, sono arrivare decine di persone: il tempo di attesa medio è stato di un’ora e venti minuti per consegnare i documenti per sottoscrivere la convenzione, anche per chi doveva solamente consegnare il plico. La situazione verso le 17.30 è poi esplosa quando i terminali sono andati in tilt e gli impiegati hanno dovuto consegnare le pratiche cartacee. Molte le proteste dei presenti, una trentina di utenti, e c’è chi ha avuto anche problemi per l’assenza dei servizi igienici mentre è stato necessario l’intervento degli operai e addetti alla viabilità a causa dell’ingorgo all’ingresso del Punto verde: qualcuno aveva lasciato le auto all’ingresso ostruendolo.
«Sono dovuta tornare tre volte perché mi continuano ad arrivare delle mail in cui mi si chiedono documenti che io avevo già consegnato, ma temo che li abbiano persi», spiegava una giovane utente. Lo stesso è accaduto a una donna che vive in un paese della Valle Olona: «Ho fatto tutta la procedura on line, sembrava non ci fossero problemi anche con i documenti. Ma mi è arrivata la mail con cui mi si diceva che non c’erano i documenti. Insomma non si capisce niente. A dire il vero io neppure so quando userò Pedemontana, per ora ne ho solamente fatto un pezzo».
Intanto, restando nelle immediate vicinanze dello svincolo, è attesa una decisione definitiva per quanto riguarda il pedaggio.
La soluzione ai guai di Pedemontana potrebbe arrivare con un cambiamento di rotta: Autostrada Pedemontana Lombarda con la sua concedente Cal (Concessioni autostradali lombarde) e Regione Lombardia dovrebbero ridefinire il piano economico finanziario, mettendosi al tavolo con Autostrade per l’Italia. Una delle ipotesi sul tavolo è che una parte del pedaggio che viene corrisposto dal passaggio sull’Autolaghi alla barriera di Gallarate potrebbe essere “dirottato” nelle casse di Pedemontana per rendere così il percorso della tangenzialina di Varese gratuito.
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