L’APPELLO
Per salvare Ponzi, canile senza risorse
L’operazione al meticcio investito costata oltre mille euro. Soldi finiti: «Aiutateci»
I volontari del canile non hanno avuto il minimo dubbio su cosa fosse giusto fare quando hanno trovato quel meticcio riverso a bordo strada, immobile e dolorante, quasi sicuramente dopo essere stato investito da un’auto.
E infatti l’hanno raccolto, sfamato e portato ad operare. Trasferta a Milano per l’intervento, perfettamente riuscito, anche se la strada per la riabilitazione (visto che di mezzo c’era la frattura del bacino e la rottura della testa del femore) sarà ancora molto lunga.
Ma all’Apar bustese, la onlus che si occupa di gestire la struttura di via Canale, ora le spese per quell’operazione (pari a oltre mille euro) costringono a un appello: «Soldi in cassa non ce ne sono più. Aiutateci a portare avanti il nostro lavoro».
Eppure nessun rimpianto. Per Ponzi (lo hanno chiamato così perché è stato salvato il 13 agosto, festa di San Ponziano) la scelta è stata fatta col cuore.
Però ci sono altri 130 esemplari da sfamare e lo stesso meticcio - un incrocio di maremmano di circa nove mesi, rimasto ferito al confine con Lonate, avrà bisogno di altre costose cure per rimettersi completamente e poter iniziare il percorso con cui si spera di riuscirlo a far nuovamente camminare.
È questa l’ennesima storia di animali abbandonati, da qualcuno che ha deciso di sbarazzarsi di un fedele amico non più utile. Mentre pure chi lo ha travolto in macchina si è ben guardato dal fermarsi e attivare immediatamente il canile, che si sarebbe preso cura della bestiola.
Invece Ponzi è stato lasciato lì, a trascinarsi con le ultime forze che gli erano rimaste (e sicuramente con dolori lancinanti) fino a bordo carreggiata, aspettando qualcuno che lo raccogliesse.
Gli è andata bene, perché l’episodio è avvenuto non distante dal canile e i volontari Apar di passaggio lo hanno avvistato e soccorso. E appunto, pur facendo i conti con un bilancio risicatissimo, non hanno esitato a procedere nel miglior modo possibile per rimetterlo in forma.
Così ora si trova nel suo box sotto osservazione, mezzo rasato dopo l’operazione, incerottato, con il collare elisabettiano a impedire che si strappi i punti di sutura e con le gambe steccate, in modo da favorire la corretta calcificazione delle mossa.
Per ora si va avanti con controlli e medicinali, più avanti partirà la parte della riabilitazione.
Dal canile, invece, ecco l’appello per evitare che questa vicenda possa far tracollare le finanze interne. D’altronde non naviga mai nell’oro la struttura che poggia sul lavoro dei volontari e sull’aiuto dei sostenitori che regalano soldi o cibo.
Il cibo, appunto, che non basta mai e che in questo periodo scarseggia più di sempre, costringendo i responsabili a investire risorse per acquistarlo.
D’altronde, con tante persone in vacanza, viene a diminuire il numero di coloro che portano un po’ di scatole di carne in dono, oppure che rispondono all’appello dei volontari che piazzano gli stand nei negozi dedicati agli animali.
Così, se da un lato c’è la felicità di aver dato una speranza allo sfortunato Ponzi, dall’altro c’è la necessità che il buon cuore degli amici a quattro zampe risani il rosso.
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