IL CASO
Piscine, audizione in Comune
Cade il segreto sulle accuse relative all’impianto della Schiranna: Minonzio riferirà in aula il 14 febbraio
Audizione pubblica davanti alle commissioni Bilancio e Tutela ambientale di Palazzo Estense.
L’amministratore unico di Aspem Reti Alfonso Minonzio, che nei giorni scorsi ha firmato un atto d’accusa nei confronti del proprio predecessore per presunte “anomalie” e “irregolarità” nella gestione delle piscine al Lido della Schiranna, è stato invitato a spiegare, in municipio, i contenuti della relazione affidata al sindaco Davide Galimberti.
Il dossier, poi trasmesso dal primo cittadino alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, contiene rilievi sull’assegnazione dei lavori di manutenzione dell’impianto (decine di incarichi diretti a una sola impresa edile con “frazionamento artificioso della spesa” e senza gare d’appalto) e su investimenti non concordati con l’Amministrazione comunale proprietaria dell’immobile.
L’appuntamento in via Sacco è stato fissato per il pomeriggio del 14 febbraio e prevede una riunione congiunta delle due commissioni perché entrambe competenti.
Fra i settori di intervento della Tutela ambientale rientrano infatti gli impianti sportivi comunali, mentre il gruppo di lavoro sul Bilancio ha “giurisdizione” anche sulle società controllate dal Comune e dunque su Aspem Reti.
In attesa che venga fatto cadere il velo di riservatezza che ancora copre i dettagli della vicenda, domani sarà Forza Italia a scendere in campo a fianco di Ciro Calemme, esponente di primo piano del partito a Varese, che per un decennio e fino all’estate scorsa ha occupato la poltrona su cui Galimberti ha insediato Minonzio all’indomani della vittoria elettorale, del centrosinistra.
Calemme, dopo il trasferimento del fascicolo alla magistratura, ha difeso il proprio operato affermando la regolarità «fino all’ultimo centesimo» di ogni spesa e la correttezza di ogni decisione assunta nel periodo trascorso alla guida della società.
Una tesi contrapposta a quella di Minonzio e dei suoi consulenti che, nella relazione, adombrano la possibilità di un “danno economico” per Aspem Reti che oscillerebbe tra 111mila e 148mila euro, calcolati su un possibile ribasso d’asta tra il 15 e il 20 per cento se le spese di manutenzione (742mila euro complessivi in tre anni dal 2014 al 2016) fossero state assegnate in un unico lotto con gare di evidenza pubblica.
«Gli amministratori di srl - ricorda Minonzio nel documento consegnato al sindaco - sono responsabili per i danni derivanti da violazione dei doveri loro imposti dalla legge o dallo statuto. Essi sono responsabili per inosservanza di doveri inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio della società».
Ma su questo aspetto dovrà essere un giudice, eventualmente, a sciogliere dubbi e interpretazioni.
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