LUGANO
Polline e latte nell’arte di Laib
Un artista dei due mondi il tedesco Wolfgang Laib, in grado di mescolare con sapienza gli estratti della cultura occidentale e orientale, riflettendo in profondità e ricostruendone la sintesi con ciò che la natura gli fornisce. Al Masi di Lugano il direttore uscente, Marco Franciolli, ha curato assieme a Francesca Bernasconi una grande mostra monografica con oltre 50 opere, tra sculture, fotografie, disegni e installazioni, che ricapitolano l’intero percorso creativo di Laib, nato nel 1950 a Metzingen, Germania del sud.
«Wolfgang Laib è un artista attivo degli anni ‘70, nelle sue opere attiva una profonda riflessione filosofica sul valore dell’esistenza e sul rapporto uomo natura. La sua è un’arte apparentemente semplice, ma presenta vari livelli di complessità. Laib utilizza materiali come il polline, la cera e il latte, e la sua ricerca estetica ha radici anche in India, dove ha uno studio», dice il direttore Franciolli, che sarà sostituito da gennaio da Tobia Bazzola, e tornerà a dedicarsi alla ricerca.
«Le sue installazioni con i pollini fanno riflettere sul senso del tempo -per la raccolta ne serve una enorme quantità- e offrono al visitatore un forte impatto visivo, grazie alla particolare luminescenza del materiale, con diverse gradazioni di giallo. Con la cera, Laib realizza forme archetipe dell’umanità, mescolando riferimenti orientali e occidentali. Abbiamo in mostra il suo ziggurat di sei metri, esposto anche in Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, che accende i sensi grazie al profumo della cera. Poi c’è la Milkstone, una pietra di marmo bianco di Carrara su cui l’artista ha versato del latte, annullando i confini tra solido e liquido».
Il punto focale della mostra è il grande campo di polline di pino, effimero e grandioso, che invita il visitatore a meditare sulla ciclicità della natura e nel contempo sulla sua ricchezza e complessità.
Artista nomade, Laib ha viaggiato a lungo in Europa e in Asia, e soprattutto in India, dove ha una casa-studio a Madurai, ha realizzato in passato importanti installazioni, come l’enorme campo di polline per il forum del Centre Pompidou di Parigi, nel 1992, i due ziggurat in cera d’api che si estendono dal pavimento al soffitto della Galleria Sperone Westwater di New York, fino al più grande campo di polline mai realizzato, sistemato nell’atrio del MoMa di New York nel 2013 con il polline raccolto in oltre vent’anni.
«Wolfgang Laib» - Lugano, Masi, via Luini 6, fino al 7 gennaio 2018, da martedì a domenica 10-18, giovedì 10-20, 004158.8664230.
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