Portogallo
Portogallo, conservatore Passos Coelho premier incaricato
Sinistra: scelta Presidente "settaria", esiste altra maggioranza
Roma 23 ott. (askanews) - Il conservatore Pedro Passos Coelho è stato ufficialmente incaricato dal presidente Anibal Cavaco Silva di formare il nuovo governo portoghese, malgrado non abbia una maggioranza in Parlamento: una scelta dettata dalla consuetudine, secondo quanto spiegato dallo stesso capo dello Stato che ha sottolineato come mai nella storia della democrazia non sia stata offerta la possibilità di un mandato al leader del partito di maggioranza relativa.
Mai, tuttavia, alla maggioranza relativa se ne contrapponeva un'altra, questa assoluta, già in condizioni di formare un esecutivo: almeno stando a credere al leader del Partito socialista, Antonio Costa, che avrebbe in tasca l'accordo con la sinistra radicale del partito Comunista e il Blocco di Sinistra.
Un accordo di cui però non si conosce alcun dettaglio e che evidentemente non ha affatto convinto Cavaco Silva, che è tornato a battere sul tasto della stabilità e del rispetto degli impegni europei come condizioni necessarie in nome del "bene del Paese".
Anzi, il capo dello Stato ha duramente criticato i socialisti (pur parlando genericamente dei "partiti europeisti") per non aver accettato la proposta di un esecutivo di grande coalizione in grado di dare garanzie di durata ben maggiori rispetto alle alternative possibili.
Dalla sinistra sono arrivate immediate le critiche a un discorso che di fatto espone gli stessi argomenti usati fino ad ora della coalizione conservatrice di Passos Coelho (al cui partito appartiene di fatto il Presidente): "Non accettiamo lezioni dal professor Cavaco Silva", ha commentato Costa, mentre la sinistra radicale ha accusato il Capo dello Stato senza mezzi termini di essersi schierato con i conservatori, abusando delle sue funzioni e adottando uan decisione "settaria".
Sta di fatto che in caso di una conferma dell'accordo fra le sinistre l'esecutivo di Passos Coelho avrà vita brevissima, ma la decisione di Cavaco Silva è comunque una mela avvelenata per i socialisti: un conto è formare direttamente un governo, per quanto instabile, un altro è prendersi la responsabilità di far cadere un esecutivo per poi presentarsi come alternativa; in caso di successivo fallimento, il prezzo da pagare alle urne potrebbe rivelarsi molto salato - e anzi, l'unico precedente in questo senso è stato disastroso per il Ps.
Costa tuttavia è costretto a peccare di ottimismo e cercare ad ogni costo di arrivare al governo, dal momento che è in gioco la sua stessa sopravvivenza politica: l'ex sindaco di Lisbona è infatti arrivato alla guida del partito dopo aver fatto fuori alle primarie il precedente segretario, reo di aver vinto le europee di "soli" quattro punti percentuali. Costa invece ha addirittura perso le politiche, e dunque in seno al Ps si prepara la vendetta - anzi, non è neanche escluso che i deputati vicini alla vecchia direzione scelgano di appoggiare Passos Coelho provocando di fatto una scissione.
Sia come sia, un ritorno alle urne agli inizi del 2016 - non prima, dato che si è nel "semestre bianco" e occorre attendere le nuove presidenziali di gennaio - è più che probabile: i due principali partiti, la coalizione conservatrice Portugal a Frente e il Ps, sperano di arrivarci in condizioni migliori, tali da permettere loro una maggioranza assoluta.
Se per i conservatori la strategia è obbligata - o un governo di minoranza che vivacchi qualche mese, o una bocciatura parlamentare di cui non avrà responsabilità - i socialisti rischiano di più: sostenere la destra equivale a un suicidio politico, varare un esecutivo anche a termine con degli alleati incerti (e assai distanti su moneta unica ed Europa) è poco meno pericoloso.
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