Primarie al rush finale
Dopo il dibattito al De Filippi, ultima settimana di caccia ai voti per i quattro candidati
Dopo i duelli a distanza, sui social network, sui giornali e nelle piazze, i quattro candidati alle primarie del centrosinistra si sono affrontati nel primo confronto pre-elettorale. Al De Filippi la platea (circa 250 persone) ha potuto così incontrarli uno accanto all’altro. A parte qualche bordata, fra Dino De Simone, Davide Galimberti, Daniele Marantelli e Daniele Zanzi, a vincere è stato soprattutto il fair play e gli argomenti affrontati sono stati prettamente quelli del programma. I momenti più caldi si sono vissuti quando Zanzi, di fronte a una platea per lo più riconducibile al Pd, ha sottolineato come «una candidatura civica e disomogenea rispetto ai partiti sia l’unica in grado di drenare voti al centrodestra e nell’elettorato degli indecisi e delusi da questo modo di fare politica». Galimberti ha invece incarnato più volte il candidato del cambiamento, il volto nuovo «di chi vuole fare il sindaco - ha detto - come fosse il primo giorno di scuola e non come primo giorno di pensione dalla politica. In tal senso, dopo l’elezione a Palazzo Estense, non assumerò ulteriori incarichi». Marantelli ha rivendicato con passione la sua gavetta: «Da semplice consigliere di circoscrizione che si batteva per l’autobus delle donne di Calcinate verso Masnago – ha affermato – sono arrivato in Parlamento, guadagnandomi la pagnotta lavorando per vent’anni in banca». Infine Dino De Simone: «Dicono che non ho grande esperienza? In realtà lavoro da quindici anni con la Regione e con gli enti locali costruendo, fra le altre cose, il certificato energetico lombardo che è il più avanzato al mondo».
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