Cina-Usa
Prime lodi cinesi a Trump: poco interessato a diritti umani
A Pechino piacciono gli attacchi del presidente ai media
Roma, 18 feb. (askanews) - Dopo l'incontro di ieri tra il segretario di Stato Usa Rex Tillerson e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, dalla Cina arrivano le prime valutazioni non proprio negative sulla nuova presidenza americana, quella di Donald Trump. Anzi, su un fronte, potrebbero essere proprio positive: quello dei diritti umani, che il miliardario americano potrebbe non promuovere con lo stesso zelo del suo predecessore, come dimostrano i suoi continui attacchi alla stampa americana.
La soddisfazione di Pechino emerge abbastanza chiaramente in un'analisi pubblicata oggi dal Global Times, una testata che fa riferimento all'ala più conservatrice del Partito comunista cinese. "(...) Trump potrebbe essere più persistente su alcuni interessi, ma meno preoccupato rispetto a questioni come i diritti umani", spiega la testata cinese. "La sua guerra contro i media mainistream - continua - rende difficile a Trump associarsi al fronte ideolodico dei media contro la Cina. Molto hanno predetto che la presidenza Trump possa esacerbare la ritirata del liberalismo".
L'analisi, comunque, è più articolatta. Secondo il Global Times, l'incontro Tillerson-Wang, avvenuto ieri nell'ambito del G20 a Bonn, invia un "segnale positivo" nelle relazioni sino-americane, consolidando i risultati della telefonata tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, venuta dopo che il miliardario Usa ha lanciato molti attacchi contro Pechino sul fronte del commercio, sul fronte della disputa territoriale nel Mar cinese meridionale e persino mettendo in discussione il principio dell'"unica Cina" in relazione alla disputa su Taiwan.
Questi punti di frizione permangono come segnali d'incertezza, rafforzati dall'"idealismo" anti-cinese di settori dell'amministrazione Trump. Quando partiranno negoziati su specifiche questioni, segnala il Global Times, "il principio 'America First' emergerà come elemento che metterà alla prova la tolleranza della Cina". Resta, inoltre in piedi tutta l'urgenza della questione nucleare nordcoreana e, secondo la testata cinese, Pechino potrebbe diventare "il capro espiatorio" di Washington in questa vicenda.
Tutto ciò considerato, però, il Global Times prevede che, "finché sia la Cina che gli Usa manterranno un contesto non conflittuale, la cooperazione crescerà: sebbene i rapporti bilaterali siano incespicati in qualche ostacolo sulla loro strada, vincolanti fattori che impediscono ai due paesi di avere uno scontro, stanno a loro volta crescendo".
© Riproduzione Riservata