GIRONE A
Pro Patria, non ti fidare dell’Alessandria
Alle 18.30 il confronto in casa dei Grigi, già retrocessi. Colombo: «Manca l’ultimo slancio, dobbiamo dare il 150 per cento»
L’ora della verità. E del rispetto per avversari che, al termine di una stagione surreale, ripartiranno dalla Serie D. Il viaggio della Pro Patria verso il “Moccagatta” di Alessandria (fischio d’inizio oggi, sabato 13 aprile, alle ore 18.30) è pieno di trappole.
Affrontare una squadra in difficoltà - e retrocessa - è più difficile di quello che sembra. Se nel calcio contano le motivazioni, i bustocchi dovrebbero stare in campana: i grigi vorranno congedarsi dal loro pubblico fornendo una prestazione di qualità. Ovviamente nei limiti del possibile avendo trascorso una settimana, l’ennesima, piuttosto tribolata. Ma è bene che i tigrotti non abbiamo distrazioni fatali. I tre punti stavolta sono davvero decisivi per raggiungere almeno la salvezza. Però la vittoria va conquistata sul campo, lottando, combattendo e sapendo che l’Alessandria, com’è giusto, venderà cara la pelle anche se ormai il suo destino è compiuto.
CHE ENTRA E CHI ESCE
Anche per la penultima trasferta della stagione la rosa non sarà al completo. Agli infortunati di lungo corso, Mallamo e Lombardoni, si è aggiunto Pitou alle prese con un attacco febbrile. Il trequartista avrebbe fatto comodo in questa partita in cui la Pro si gioca buona parte della possibilità di salvarsi.
Per un trequartista che dà forfait, un difensore che torna a disposizione. Saporetti è guarito e, molto probabilmente, sarà al centro della difesa. Ammesso e concesso che Colombo voglia riproporre Castelli a fianco di Stanzani, il centravanti, come nelle ultime uscite, dovrebbe essere Parker. Probabile il ritorno di Ndrecka sulla corsia mancina, a destra è probabile che Gillaume Renault possa essere l’altro esterno.
PAZIENZA E...
Riccardo Colombo sa, per esperienza, che nel calcio nessuno ti regala niente. Lo sa e lo ha fatto presente ai suoi giocatori: «Dobbiamo pensare che sarà una partita molto difficile. Dobbiamo essere concentrati mentalmente e avere la giusta paura di affrontare questa partita. Paura nel senso buono, nel senso che dobbiamo tirare fuori tutto e di averla già vinta perché questa partita può essere una grossa trappola. Dipenderà da noi e su questo concetto abbiamo cercato di battere il tasto durante la settimana. Sappiamo di essere vicini all’obiettivo, ci manca l’ultimo slancio e al contrario di quanto dico di solito invece del 110 per cento dobbiamo dare almeno il 150. Dipenderà da noi, dalla voglia di vincere i duelli, dobbiamo avere pazienza stare calmi e mantenere l’equilibrio fino alla fine».
UN ALTRO FERRARIO
La trasferta in Piemonte segna il debutto del promettente attaccante Leonardo Ferrario (classe 2006). Un cognome tipicamente bustocco che ricorda, fra gli altri, il dottor Roberto - che fu presidente - pronto ad aiutare i tigrotti, anche economicamente, nell’anno in cui non c’erano neppure i soldi per pagare le trasferte.
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