IL CASO
Profughi, la Lega frena Antonelli
Il segretario provinciale Bianchi avverte: «Niente trattative, il sindaco ora rientri nei binari»
Matteo Bianchi, segretario provinciale della Lega Nord, corre voce che il suo movimento si stia indispettendo per le aperture del sindaco Emanuele Antonelli sul caso profughi. È vero?
«La nostra posizione è chiara: no all’invasione. Quindi il sindaco è giusto che interpreti il suo ruolo istituzionale e lasci alla politica gli atteggiamenti più drastici, ma non deve fare fughe in avanti senza sentire la maggioranza».
Significa che non deve concedere le carte d’identità richieste?
«No, non lo deve dare. Non si può sdoganare una situazione critica dando l’impressione che ci sia una certa apertura rispetto all’arrivo di clandestini».
Quindi anche l’idea della gestione in carico al Comune va cancellata?
«Non doveva neanche essere ipotizzata».
E se il sindaco indicasse una onlus o una cooperativa di fiducia per subentrare alla KB Srl?
«Ripeto: non devono esistere trattative di alcun genere per il municipio».
Lei pensa, come Francesco Speroni, che sia stato un errore ricevere una delegazione di stranieri al palazzo comunale?
«Con Antonelli ho parlato, ho capito le sue ragioni, ma adesso si fermi. Non può esistere dialogo di fronte a questo scaricabarile del governo. Credo che abbia compreso che stanno sorgendo mugugni che potrebbero trasformarsi in un problema politico. Sono certo che eviterà contrasti».
In fondo però a gestire i migranti c’è un leghista della prima ora...
«No, c’è un ex leghista. Ma appunto, visto che abbiamo di fronte personaggi come Alessandro Patelli, sparito dalla scena per vent’anni e ora ripiombato con altre idee, che roba si può pensare di impostare? Non facciamo che la vicenda diventi tragicomica più di quanto già non sia».
Diciamola tutta: Antonelli sta rischiando?
«No, la tenuta della giunta di Busto non è in discussione. Si è d’altronde visto quello che la Lega ha fatto per lui prima dell’estate, prendendo provvedimenti nei confronti di chi ha cercato di tendergli una trappola. Per questo sono sicuro che adesso sarà capace di dialogare non con i profughi ma con i partiti che lo sostengono».
È un avvertimento?
«Macché, io l’ho già sentito e ci siamo chiariti. È solo un suggerimento a non far sì che la vicenda venga a creare un grosso problema di natura politica».
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