IL CASO
Profugo trova 850 euro. E li restituisce
Al market il gesto dell’ospite di 4Exodus. Sartori rilancia: «Gli asilanti non vanno abbandonati»
C’è chi abbandonato a se stesso bighellona e sfoga l’inevitabile frustrazione nelle risse tra etnie, però c’è anche chi ha una giornata cadenzata da impegni e quando trova per terra un invitante portafoglio pieno di soldi lo restituisce alla legittima proprietaria. Facce diverse della stessa medaglia: i profughi presenti a Gallarate. Dove sul fenomeno la polemica politica è costante, l’allerta amministrativa è alta, la lamentela civica è puntuale. Soprattutto in alcune zone. Così, il gesto compiuto da Diallo Alliou Mahmadou, fuggito prima dalla miseria del Senegal (suo Paese d’origine) e poi dalle violenze della Libia, da oltre un anno ospite in città di 4Exodus nell’attesa di ottenere asilo quale rifugiato, diventa mezzo per stemperare le ultime tensioni e simbolo della possibile convivenza pacifica nella quotidiana emergenza internazionale che vede anche questo spicchio di Italia fare la sua parte.
Si tratta di un gesto tanto banale quanto significativo. Accade ieri in un supermercato gallaratese. Il senegalese si trova lì per la spesa, a un certo punto si imbatte in un portafoglio: lo raccoglie dal pavimento, lo apre, vede che contiene 850 euro in contanti. Un bel gruzzolo.
Per un ragazzo che ha attraversato il Mediterraneo su un barcone e non sa ancora cosa sarà del suo futuro può essere una naturale tentazione. Quanto meno, una piccola garanzia nel caso in cui si mettano male le cose con le pratiche in corso. Invece, in modo altrettanto naturale, Diallo Alliou Mahmadou comincia a guardarsi intorno al fine di vedere se c’è chi ha perduto denaro e documenti. Trascorre una decina di minuti: nel market entra una donna di corsa, trafelata, visibilmente in cerca di qualcosa. Il ragazzo la ferma, le chiede cosa le stia succedendo. Lei risponde: «Ho perso il portafogli».
Lui chiede: «Di che colore è?». La replica: «È blu». Risposta giusta. Automatica, a quel punto, la restituzione.
Niente di più niente di meno. Ma è tanto, a guardar bene, in questo momento. Non a caso la gallaratese ricompensa il profugo con 100 euro, cioè ben più del 10 per cento previsto dalla legge, e gli lascia il proprio numero di telefono aprendo così un canale di fiducia che vale un’opportunità. Particolare apprezzato dal senegalese più del riconoscimento economico.
Senza nomi africani, senza visi, senza riferimenti, ciò appare il minimo da aspettarsi in una società civile. Tuttavia è già difficile averlo regolarmente da chi non scappa, figurarsi da chi si è lasciato alle spalle miseria e violenze.
In una Gallarate in cui è sotto gli occhi di tutti appunto anche l’altra faccia della medaglia: i giardini di viale Milano e la zona della stazione lo dimostrano quotidianamente. Perciò Roberto Sartori, responsabile di 4Exodus, parlando dell’ospite di una delle cinque sedi locali in cui la cooperativa gestisce 54 profughi in maniera separata e in spazi adeguati, si rallegra. «Ovviamente, è un gesto che tutti dovrebbero fare», afferma. «Ma che lo abbia compiuto uno dei nostri mi fa parecchio piacere. Perché, generalmente, in queste presenze si tende a vedere più gli aspetti negativi di quelli positivi».
Già. Sicché, ci si può togliere qualche sassolino dalla scarpa. Sartori non perde tempo: «In questo momento in cui c’è un gran parlare della serenità dei cittadini dobbiamo impegnarci tutti. In particolare noi che siamo in prima linea. La percezione di sicurezza passa anche dalla gestione dei disadattati. Devono essere gestiti, non abbandonati». E ogni riferimento ad altri operatori attivi sul territorio non è affatto casuale.
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