PINACOTECA ZUST
Quarenghi, l’architetto degli Zar
Dai confini della Serenissima alla corte degli Zar. L’uomo che cambiò il volto di San Pietroburgo era nato in un paesino della bergamasca, un pugno di case affacciate su una mulattiera. Giacomo Quarenghi (174-1817) era di aspetto tozzo e goffo (almeno secondo l’agente inglese John Thorpe) e con un naso troppo grosso ma aveva una grande cultura alimentata da una solida formazione umanistica ricevuta a Bergamo e un amore per la pittura che lo condusse a Roma, nello studio del maestro neoclassico Anton Raphael Mengs. La vera folgorazione gli venne però dalla lettura dei «Quattro libri dell’Architettura» di Andrea Palladio.
Nel fervido clima cosmopolita della Roma del secondo Settecento, Quarenghi iniziò una carriera di architetto che, dopo diciotto anni di attività a diretto contatto con i resti antichi lo portò fino in Russia, alla corte di San Pietroburgo. All’architetto di fiducia di Caterina II, la Pinacoteca Züst di Rancate dedica una mostra che si inserisce nel ricco programma internazionale di celebrazioni del bicentenario della morte.
L’esposizione, curata da Nicola Navone con l’Archivio del Moderno e l’Accademia di architettura, presenta disegni di Quarenghi, molti inediti, conservati nelle raccolte ticinesi formatesi grazie all’ammirazione nutrita nei confronti del bergamasco dai suoi collaboratori (architetti e capomastri) che dalle terre dell’attuale Cantone Ticino avevano eletto la patria degli zar a meta delle loro migrazioni di mestiere. Questa stima riverbera nei disegni di mano, ambito o soggetto quarenghiano conservati nelle raccolte grafiche ticinesi, tra cui quella di Luigi Rusca. Fu lui a donare all’ambasciatore della Repubblica di Venezia un album (il cosiddetto «Album Rusca Grimani») oggi confluito nei fondi dell’Archivio del Moderno e in mostra.
Fra i venti disegni di architettura di vari autori spicca l’unica testimonianza autografa del prospetto originario dell’Ermitage, commissionato a Quarenghi da Caterina II e in seguito modificato dal tedesco Leo von Klenze. In quella che era una delle più scintillanti corti d’Europa, Quarenghi lavorò senza sosta, «come un cavallo» secondo Caterina II, posseduto da una divorante ansia di perfezione e riuscendo, grazie al prestigio acquisito, a imporre il suo segno personale e il suo gusto veneto neocinquecentesco.
«Giacomo Quarenghi (1744-1817) nelle raccolte grafiche degli architetti ticinesi» - Rancate (Mendrisio), Pinacoteca Giovanni Züst, fino al 17 aprile da martedì a domenica ore 9-12 e 14-17, 10/8 franchi, info 004191.8164791.
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