IL LIBRO
Quei pomeriggi a sognare nella biblioteca di Busto
Ha ancora i capelli rossi spettinati dal vento di Gozo quando la raggiungiamo via Skype. Federica Brunini è nata a Busto, ha girato il mondo come giornalista di viaggi e da tre anni vive a Malta, sull’isola in cui Calipso tenne prigioniero Ulisse. Ha alle spalle numerose pubblicazioni ma il suo ultimo romanzo «Quattro tazze di tempesta», appena uscito per Feltrinelli (nella classifica dei best seller del «Corriere della Sera» e in tre settimane già in ristampa) è, come dice lei, «il» libro, il punto di arrivo di un percorso che dura da oltre trent’anni: «Ho sfogliato milioni di pagine di migliaia di libri, sognando che un giorno potessero contenere anche le mie parole. È accaduto: i sogni possono diventare realtà».
Il percorso di studi di Federica Brunini - laurea in Lettere moderne e diploma alla Civica scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano - e le scelte professionali successive sono state orientate al desiderio di raccontare: storie, luoghi, persone, anime, suggestioni.
Federica, quando è nato il suo amore per la scrittura?
«Scrivo da sempre. Da bambina trascorrevo interi pomeriggi chiusa nel salotto di casa a leggere qualsiasi cosa mi capitasse sotto mano. Da studentessa andavo sempre nella biblioteca di Busto. C’erano ancora gli schedari cartacei dove cercavo la lettera B nella speranza, un giorno, di leggere il mio nome. Ho tenuto cara questa immagine, mi ha aiutato anche nei momenti in cui pensavo di non farcela. E vorrei che le storie di questo libro fossero di sprone a tutte le donne, perché c’è sempre la possibilità di ricominciare ma bisogna tenere vivi i desideri».
Perché da Milano si è trasferita in una piccola isola dell’arcipelago maltese?
«Come giornalista ho sempre viaggiato facendo base a Milano. Tre anni fa ho sentito il desiderio di un luogo dove progettare una vita nuova, con più spazio per me stessa e le mie passioni, lo yoga e la scrittura. Mi sono presa un anno sabbatico, sono stata a Bali, in Canada e per un reportage a Malta. Per Gozo è stato subito amore: c’è il mare, non è lontana dall’Italia, ha una cultura mediterranea e anglosassone. Poi la vita come sempre fa il suo: a Gozo ho incontrato il mio compagno. Insieme abbiamo creato un piccolo tour operator dedicato esclusivamente a Gozo: proponiamo vacanze esperienziali nelle antiche farmhouse, con workshop di yoga, fotografia, cantoe corsi di degustazione di tè».
Un’isola magica…
«Un’isola selvaggia, dalla storia millenaria e dall’atmosfera un po’ retrò. Quando ho lasciato Milano per Gozo ho rinunciato a un lavoro nella redazione di un magazine di gossip. Ero stanca di gossip e pensavo che su questo scoglio sgarrupato non mi sarebbe mai capitato di scrivere di simili argomenti. Un giorno ero in spiaggia a sistemare la mia tavola da surf quando ho avvistato Brad Pitt. Era qui con Angelina Jolie per la luna di miele e le riprese di By the sea, ambientato negli anni Settanta in Francia. Gozo è stata scelta come set proprio perché in certi angoli la vita sembra essersi fermata. Ho partecipato al film come comparsa: un’esperienza magica, che non dimenticherò mai».
Il tuo ultimo romanzo è ambientato però in Provenza…
«Ho iniziato a scriverlo prima di questo cambio di vita, abitavo ancora a Milano. Avevo conosciuto una ragazza trentenne rimasta vedova di un marito principe azzurro ma desiderosa di incontrare un altro compagno. Quattro tazze di tempesta» è un libro al femminile che parla di amicizie, sogni, aspettative, di un bilancio fatto da quattro amiche che hanno raggiunto la tappa dei quarant’anni».
Donne alla soglia dei quaranta…
«Il passaggio agli anta mi incuriosiva. Secondo me è un momento delicato nella vita di una donna. Viviamo in una società che ci convince a mantenerci giovani a tutti i costi, come se solo la giovinezza avesse un valore. Come le protagoniste, spesso ci focalizziamo su quello che non abbiamo fatto o abbiamo perso e non su quello che abbiamo guadagnato (che forse è più importante)».
Qualsiasi donna può ritrovare un po’ di sé nelle amiche del romanzo.
«Non volevo creare dei tipi stereotipati, alla Sex and the City. La donna è per sua natura complessa e volevo che queste donne fossero reali nelle loro gioie e nelle loro angosce, nei loro cambiamenti e pensieri. Come il tè ogni donna è una miscela di sapori, profumi, frutto di processi di ossidazione diversi in base alle esperienze vissute. Tutto questo raccontato in forma ironica e leggera, ma con spunti di riflessione molto forti, perché con il sorriso si possono raccontare anche drammi».
Come nasce la passione per il tè che nel romanzo ha un ruolo fondamentale?
«Amo da sempre il tè, buono e rassicurante come un abbraccio. Mi ricorda le merende che mi regalava la nonna quando tornavo da scuola. Il tè si prepara e gusta lentamente, crea intimità, così davanti a una tazza di tè si ha il tempo di confrontarsi con gli altri o con se stessi. A Milano ho conosciuto la tea sommelier Gabriella Lombardi, che per me ha creato la miscela Quattro tazze di tempesta, a base di tè bianco con fragole, petali di rosa, mango, papaya e ananas canditi. Ho poi scoperto che molte culture considerano il tè un alimento e non solo una bevanda, così al libro è associato un ebook (Ricet-tè) con le ricette che Viola cucina nel romanzo».
Cosa ti manca di Busto Arsizio?
«Sono molto affezionata a Busto e dico sempre con orgoglio di essere bustocca. Gli anni della scuola media e del liceo classico sono stati fondamentali per la mia formazione. Non vivo a Busto dai tempi dell’università e riesco purtroppo a tornare raramente, ma Busto rimane la mia casa, la mia città, i miei ricordi sono legati alla biblioteca, ai librai del centro e ai loro consigli sempre perfetti».
«Quattro tazze di tempesta» (Feltrinelli, pagg. 224, 15 euro) di Federica Brunini, presentazioni: mercoledì 25 maggio a Legnano (La Latteria Caffè, via Genova 72, ore 21, prenotazione obbligatoria 393.9740652) e giovedì 26 maggio a Busto Arsizio (libreria Ubik, piazza San Giovanni, ore 18) con la partecipazione del giornalista di Prealpina Marco Linari.
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