IL DELITTO DI LEGNANO
"L'assassino deve andare in carcere"
Livio Cancelliere, fratello della donna uccisa a colpi di mattarello dall'ex, scrive a Mattarella, Renzi e al ministro Orlando: "Ho paura per me, i miei nipoti e i miei genitori"
«Non si capisce perché questo assassino non possa andare in carcere. I magistrati mi hanno profondamente deluso». Questo lo sfogo a caldo di Livio Cancelliere, il fratello di Stefania, la 39enne informatrice farmaceutica barbaramente uccisa a colpi di mattarello nel giugno di tre anni fa a Legnano, dopo aver appreso la notizia che Roberto Colombo, il 61enne medico-killer, a seguito della diffusione in rete di un video definito diffamante e calunnioso dalla famiglia della vittima, è stato trasferito dalla casa di cura psichiatrica di Varazze agli arresti domiciliari nella casa dell’anziana madre a Bergamo. Così, almeno, fino alla sentenza della Cassazione, la cui udienza è stata fissata per il prossimo 22 settembre. Metabolizzata l’inattesa decisione della Corte d’Assise d’Appello di Milano, Cancelliere, di professione avvocato, ha preso carta e penna e ha indirizzato una lettera di fuoco, tra gli altri, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Matteo Renzi e al ministro della Giustizia Andrea Orlando. «Nonostante il suo grave comportamento e l’evidente violazione del divieto di comunicare impostogli dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano, Roberto Colombo è stato premiato», attacca il fratello della vittima. Per poi proseguire: «L’assassino ha lasciato da subito il carcere per gli arresti domiciliari perché sussisteva il pericolo che lo stesso commettesse atti autolesivi. A questo punto, se l’imputato è fuori pericolo - e dalla visione del video pare goda anche di buona salute - perché non può rientrare in carcere (dove è rimasto solo un mese, quello successivo al delitto, ndr)? Alla luce degli atroci fatti di cui è accusato e della realizzazione e pubblicazione del video girata in clinica, mi chiedo cosa altro debba compiere perché possa entrare in carcere per scontare la sua pena. Che giustizia è questa?». Ma nella lettera a Mattarella, Livio Cancelliere e la sua famiglia rendono esplicite tutte le proprie paure sulle possibili ritorsioni del femminicida: «A questo punto, Colombo potrebbe pensare di evadere prima che la sentenza diventi definitiva; potrebbe reiterare l'atto scellerato (dal video trapela odio, soprattutto nei miei confronti). E, in questo caso, chi altri sarà ritenuto responsabile? È in gioco la sicurezza mia e della mia famiglia e, soprattutto, quella dei miei nipoti, figli di mia sorella, e dei miei genitori, tutori dei bambini, che all’epoca dei fatti avevano 8, 4 e 2 anni».
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