LA SENTENZA
Rapina e minacce: Argenziano condannato
L’uomo già a processo per uxoricidio, prende un anno e cinque mesi di reclusione
Si presentò al Centro psicosociale di Varese chiedendo al medico di firmargli un documento che ne attestasse le difficoltà economiche ma, al rifiuto opposto dal dottore, andò su tutte le furie e si lanciò anche in una serie di pesanti minacce, per poi prendere bruscamente alcune cartelle cliniche dalla scrivania e andarsene.
L’episodio capitò nel 2009 e, per quella vicenda, Alessandro Argenziano, già in carcere e sotto processo per l’omicidio della moglie Stefania Amalfi, è stato condannato giovedì 2 febbraio mattina dal giudice monocratico Orazio Muscato a un anno e cinque mesi di reclusione.
La condanna è arrivata nonostante sia il pubblico ministero Lucilla Gagliardi sia il difensore dell’imputato, l’avvocato Stefano Amirante, avessero invocato l’assoluzione: richieste basate, a loro dire, sul fatto che lo stesso medico sentito in aula avesse deciso poi di non presentare nemmeno querela, attribuendo l’episodio più a un gesto di rabbia che a un effettivo proposito criminoso. Una lettura evidentemente non condivisa dal giudice, il quale ha disposto invece la condanna del quarantenne.
«Questa condanna mi stupisce - ha commentato l’avvocato Amirante -, anche a fronte della richiesta di assoluzione presentata dal pubblico ministero. Attenderemo le motivazioni e poi ricorreremo in Appello, sperando che a Milano ci sia un clima più sereno».
Il riferimento del legale è al fatto che Alessandro Argenziano si trova già sotto processo dinanzi alla Corte d’Assise di Varese, con l’accusa di aver ucciso la moglie in un appartamento di via Conca d’Oro la sera del 26 aprile 2015, soffocandola con un cuscino premuto sul volto, per poi simularne il suicidio mettendole una calza sulla testa, con l’obiettivo di incassarne la polizza assicurativa sulla vita da 29mila euro. La prossima udienza di quel processo è fissata per mercoledì 8 febbraio. Ma nel frattempo su Argenziano è arrivata questa “tegola” giudiziaria.
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