Onu
Renzi a concerto Onu, Gates: è nuova generazione di leader
Premier nel backstage dove ha incontrato anche Branson
Roma, 27 set. (askanews) - Il viaggio newyorchese di Matteo Renzi è iniziato ieri notte a Central Park. Là, nel polmone verde di New York City, il presidente del Consiglio ha partecipato da dietro le quinte al Global Citizen Festival, un mega concerto che ha segnato il lancio da parte del Palazzo di vetro dei nuovi Obiettivi globali di sviluppo del millennio per proteggere il Pianeta, per eradicare la povertà estrema entro il 2030 e per mettere fine alle ineguaglianze, anche di genere. Si tratta di temi da cui partità oggi la fitta agenda di impegni del presidente del Consiglio, che nell'ambito della 70esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite interverrà nella mattinata americana a un meeting di leader globali proprio sull'uguaglianza di genere e a un summit sull'Agenda per lo sviluppo al 2030.
Se negli incontri odierni è previsto un discorso da parte di Renzi, ieri sul palcoscenico sono saliti altri leader istituzionali come il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e il numero uno della Banca Mondiale Jim Young Kim. Ma soprattutto celebrità dello spettacolo, della moda, della musica e del mondo aziendale. L'intento? Chiedere un'azione per rendere quegli obiettivi raggiungibili. Renzi è stato nel backstage, nonostante fino all'ultimo gli organizzatori si aspettassero il contrario. E infatti Bill Gates - il simbolo americano della filantropia insieme alla moglie Melinda - lo ha introdotto: "E ora ho il piacere di presentarvi una nuova generazione di leader mondiali, il premier italiano Matteo Renzi". I coniugi Gates, Renzi li ha incontrati nel dietro le quinte, dove hanno parlato di cooperazione e lotta alla povertà. Poi il presidente del consiglio ha incontrato vari Ceo coinvolti nell'iniziativa come Richard Branson, a capo della galassia Virgin.
L'evento a Central Park - dove hanno suonato star come Pearl Jam, Beyoncé, Ed Sheeran e Coldplay - è servito per il lancio da parte della first lady Michelle Obama della campagna "#62milliongirls", riferito ai 62 milioni di ragazze nel mondo che non hanno accesso all'istruzione. "Molte di loro non si possono permettere la retta, altre non hanno a disposizione mezzi di trasporto sicuri o vivono in comunità che non credono che valga la pena mandarle a scuola", ha spiegato in un video la donna della Casa Bianca, poi intervenuta di persona (a introdurla è stata Beyoncé). "Vedo me stessa in loro, vedo le mie figlie in loro, queste ragazze sono le nostre", ha detto la moglie del presidente Barack Obama invitando tutti a condividere una fotografia di se stessi su Twitter o Instagram e con essa dire cosa si è imparato a scuola. Quelle immagini verranno pubblicate sul sito 62MillionGirls.com per aumentare consapevolezza e mostrare il potere dell'educazione. La first lady ha poi introdotto la rockstar Bono che ha citato Mandela per dire che "è sempre impossibile fino a quando non si fa". Un altro modo per incoraggiare alla cooperazione per vincere le sfide del nuovo millennio.
Ma è stata forse Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace, a lanciare il messaggio più appassionato. Era rivolto ai leader del mondo riuniti in città per l'Assemblea generale dell'Onu: "Nessun leader vorrebbe che i propri figli non andassero a scuola. Perché dunque non aiutiamo i bambini nel resto del mondo?". Per la giovane attivista pakistana "l'istruzione è la priorità assoluta". Perché "un libro e una penna possono cambiare il futuro di un bambino. Non un'arma", ha continuato ricordando che è stata proprio un'arma a colpirla gravemente (furono i talebani). "I fondi non mancano. Abbiamo miliardi e miliardi di dollari. Ma dove vanno questi soldi? Nell'apparato militare, nelle cose inutili per la società". Il cambiamento arriverà, ha detto, ma serve l'impegno di tutti. "Voi siete con me?".
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