PALAZZO ESTENSE
Rischio terremoto nel Pd
I tre ribelli Oprandi, Mirabelli e Infortuna fuori dalle commissioni: «Ma dal partito non ce ne andiamo». Il giallo del documento interno di dimissioni pre-elezioni
Che cosa sta succedendo nel Partito democratico? Hanno atteso una vittoria da 23 anni e ora che governano ogni settimana viene a galla un problema. L’ultimo: il rifiuto di Luisa Oprandi, Fabrizio Mirabelli (foto Blitz a sinistra) e Giampiero Infortuna a impegnarsi nel lavoro delle commissioni consiliari. Che è successo? Domanda girata ai diretti responsabili. La più dura è Luisa Oprandi che ha dovuto già dovuto ingoiare bocciature come vicesindaco, assessore e presidente del Consiglio comunale, dopo essere stata la più votata alle urne: «Mi è sembrato giusto lasciare spazio ad altri – afferma –. Ma quando il capogruppo Luca Conte mi ha chiesto di ripensarci perché era importante la mia esperienza amministrativa, vi è stata anche una reazione di tipo politico, perché fino a settimana scorsa questo mio valore è stato messo sotto i piedi». Oprandi è furibonda anche su un’altra questione: «Ho saputo ora che solo a me e a Mirabelli hanno chiesto di firmare un documento interno di dimissioni, se avessimo ricevuto trenta schede di voto disgiunto. Sono indignata, è una vergogna. Io non controllo e non voglio controllare i voti: ho elettori che mi votano e liberamente lo fanno. Il documento mi venne proposto da un consigliere comunale uscente: ho chiamato Roberto Molinari per una conferma e l’ho ottenuta. Comunque io non ho firmato nulla e io dal Pd non esco».
Anche Fabrizio Mirabelli appare toccato dalla vicenda, anche se resta maggiormente inquadrato in ottica di partito: «Non ho nessun tipo di recriminazione – afferma - o retropensiero sugli assessorati perché il sindaco deve circondarsi di persone con cui si sente più in sintonia. Non sono d’accordo, invece, sulla scelta di Stefano Malerba e sulle nomine in Avt e Aspem. In ogni caso sono rimasto perplesso dal documento che ho firmato e, immagino, proposto dal segretario cittadino Luca Paris perché dopo tre mandati di schiena dritta e impegno, non mi pensavo di dover firmare qualcosa che comprovasse la mia lealtà. Detto questo, è impossibile che io possa uscire dal Pd. Le commissioni? Io ci sono stato per tre mandati di fila, ora tocca ad altri».
Il più soft è Giampiero Infortuna: «Quando è stato chiesto a qualcuno di fare un passo indietro sulle commissioni, visto che sono undici e noi siamo tredici – dice – sono stato il primo. Ma quando ho saputo quanto successo a Oprandi e Mirabelli sono rimasto sbalordito. Mi sembra una cosa allucinante. Il Pd è altra cosa».
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