IL PROVVEDIMENTO
Rissa a Monza, Daspo a 18enne del Varesotto
Ragazzo identificato dalla Polizia di Stato
Quattro giovani sono stati sottoposti a Daspo “Willy” da uno a tre anni per rissa, emessi dal questore di Monza Salvatore Barilaro, a seguito di un’operazione congiunta di polizia e carabinieri nel centro di Monza, per il contrasto alla criminalità giovanile.
I quattro sono stati identificati quali responsabili di una rissa avvenuta la sera del 6 gennaio scorso tra due gruppi di giovani. Già quella notte, al termine della quale alcuni giovani rimasero feriti e contusi, erano stati identificati, insieme ad altri giovani, ragazzi e ragazze. Una di loro aveva un coltello. Lei e altri tre giovani sono stati sottoposti all’istruttoria finalizzata all’emissione del provvedimento amministrativo di Divieto di accesso ai locali pubblici. Tre anni è il provvedimento deciso per la giovane trovata in possesso dell’arma e con precedenti per spaccio, un anno e sei mesi per un altro giovane, diciottenne residente in provincia di Varese, e per un coetaneo di Vimercate, con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente. L’ultimo Daspo Willy, della durata di un anno, è stato emesso nei confronti di un diciannovenne vimercatese, fratello di un ventenne rimasto ferito nella rissa.
COS’E’ IL DASPO WILLY
Dopo l’uccisione del ventunenne Willy Monteiro Duarte - massacrato di botte davanti al pub “Duedipicche” di Colleferro da quattro giovani finiti a processo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi - nell’ottobre del 2020 gli ex ministri Alfonso Bonafede e Luciana Lamorgese passano al contrattacco con una norma contro la movida violenta, un deterrente per gli ultrà di risse e pestaggi da inserire nel dl Sicurezza proprio in seguito «alla recrudescenza di fenomeni criminosi».
L’obiettivo è punire più severamente chi ricorre alla violenza dentro o fuori dai locali come discoteche e pub: in campo si schiera lo strumento preventivo del Daspo con il quale i questori hanno la mano libera di interdire l’accesso a singoli locali, o anche a tutti i locali di un’intera provincia nel caso di fermo convalidato, a chi negli ultimi 3 anni è stato denunciato o condannato anche in via non definitiva in quanto «in occasione di disordini» da movida ha «commesso reati» dai quali poteva derivare «un pericolo per la sicurezza».
Il giro di vite è pesante e prevede sanzioni lievitate: per una rissa con un ferito o peggio un morto, la multa sale da 309 a 2mila euro e la reclusione passa da un minimo di 6 mesi a un massimo di 6 anni (ora va da 3 mesi a 5 anni) solo per il reato di aver partecipato all’esplosione di violenza.
In caso di violazione del Daspo, c’è il carcere fino a 2 anni e la multa fino a 20mila euro. La stretta colpisce anche i pusher che si aggirano tra i locali notturni: i questori possono emettere il Daspo senza bisogno di aspettare la conferma della condanna per spaccio in appello, come avveniva finora. Pure gli spacciatori, come i violenti, possono essere tenuti alla larga dai locali se nel corso degli ultimi 3 anni sono stati denunciati o condannati anche solo in primo grado.
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