Campidoglio
Roma, Raggi: Tutino ha detto no? Il nome arriverà presto
Pd attacca: "La Capitale è in agonia"
Roma, 27 set. (askanews) - "Era una delle persone che stavamo esaminando, ma il nome arriverà presto". E' quanto dichiara la sindaca di Roma, Virginia Raggi, lasciando il Campidoglio, rispondendo così - dinanzi alle telecamere - a chi le chiede di commentare l'indisponibiltà manifestata da Salvatore Tutino, giudice della Corte dei Conti, a ricoprire il ruolo assessore al Bilancio nella sua giunta.
Pd subito all'attacco contro la sindaca Raggi sullo stallo che permane sul completamento della giunta comunale, aggravato dal nuovo no di Tutino.
"Cento giorni di agonia per Roma sembrano non bastare - afferma Emanuele Fiano, capogruppo del Partito democratico in commissione affari costituzionali alla Camera -. Anche l'ultimo assessore in pectore è 'oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno'. A dirlo non sono i poteri forti, spauracchio tirato in ballo dai pentastellati quando si trovano in difficoltà, ma - spiega il deputato Dem - è lo stesso Salvatore Tutino, consigliere della Corte dei Conti che sino a stamattina si dichiarava disponibile ad assumere l'incarico di assessore al bilancio. L'incompetenza, le bugie, la mancanza di prospettiva politica e amministrativa e le lotte intestine del movimento 5 stelle stanno portando la Capitale al collasso. I cittadini non meritano questa lenta agonia".
"Anche Salvatore Tutino - aggiunge Ernesto Carbone, membro della segreteria - rimane stritolato dalle faide interne e dai veti incrociati dei vari direttori e rinuncia. A questo punto è certificato che anche la città di Roma si è dotata di un suo evento rievocativo: la giostra dell'assessore. La situazione è preoccupante per la città, bloccata dagli scontri interni ai gruppi dirigenti dei 5 stelle e dall'inerzia di un sindaco che non riesce ad andare oltre sterili e poco credibili denunce contro i poteri forti".
"Cercasi assessore al bilancio disperatamente. Possibilmente senza scheletri nell'armadio come inchieste giudiziarie in atto o pesanti conflitti di interessi", ironizza il senatore Stefano Esposito. "Dopo la rinuncia di Tutino - sottolinea l'esponente pd - la deriva della Giunta Raggi è ormai evidente. La situazione appare sempre più patetica".
"La Capitale d'Italia - ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Lavoro Maria Spillabotte - è ormai ostaggio di uno spettacolo indecoroso: le lotte intestine e l'incapacità del M5s. Dopo 3 mesi la giunta non è ancora al completo e a mancare è un assessore di peso come quello al Bilancio. I dirigenti del Comune lamentano la paralisi. La sindaca Virginia Raggi, telecomandata dal leader, non riesce a trovare chi lavori con lei oppure chi trova è inadeguato oppure ancora viene fatto fuori dalle faide interne al Movimento. La misura è colma: se questo è il grillismo di governo, poveri noi".
"L'assessore al bilancio di Roma in pectore Tutino ritira la sua disponibilità. A questo punto mi arrendo", twitta la vicecapogruppo alla Camera Alessia Morani, con l'hashtag #stellecadenti.
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