Russia-Usa
Russia-Usa, Putin (e Obama) mettono alla prova Trump
Presidente eletto dovrà decidere se mantenere sanzioni su Mosca
New York, 30 dic. (askanews) - Per il momento Donald Trump brinda alla "mossa" di Vladimir Putin, quella di non rispondere alle ritorsioni annunciate da Barack Obama per le interferenze realizzate attraverso hacker russi nelle elezioni americane. "Ho sempre saputo che era molto intelligente", ha scritto su Twitter il presidente americano eletto all'indomani delle misure pesantissime volute dalla Casa Bianca contro il Cremlino tra cui sanzioni a individui e aziende, l'espulsione di 35 diplomatici russi e la confisca (da alcuni ritenuta illegale) di due proprietà immobiliari russe in Maryland e a New York. Eppure il miliardario di New York ormai prossimo al suo giuramento sulla Costituzione americana sta per trovarsi in una posizione difficile: smantellare, come vorrebbe Putin, le iniziative del suo predecessore o mantenerle in vigore e magari rafforzarle come vorrebbero senatori di ambo i partiti con il rischio però di alzare ulteriormente la tensione sull'asse Washington-Mosca?
Lo staff di Trump non ha dubbi: le misure volute da Obama contro la Russia sono pensate per "intrappolare" il 45esimo presidente Usa. Ne è convinta Kellyanne Conway, la manager della campagna elettorale del miliardario che sta per diventare suo consigliere alla Casa Bianca. Sarà anche così, visto che il primo Commander in chief afroamericano della nazione sta facendo di tutto per adottare politiche difficilmente smantellabili dal suo successore. Eppure è lo stesso Putin ad avere messo Trump di fronte a un bivio.
Già prima di Natale il leader russo aveva scritto una lettera al magnate dell'immobiliare dicendo di sperare in relazioni migliori tra le due nazioni. E oggi Putin - negando la richiesta del suo ministro degli Esteri di espellere 35 diplomatici americani - ha detto che "farà passi ulteriori per ristabilire le relazioni Usa-Russia prendendo in considerazione le politiche che verranno perseguite dall'amministrazione di Trump". Il presidente moscovita sembra dunque tendere la mano al prossimo inquilino della Casa Bianca, che allo stesso tempo sfida per vedere se e quanto sia davvero disposto a migliorare le relazioni con Mosca.
Le ritorsioni russe contro gli Usa sono per ora in stand-by, ma non è detto che non vengano lanciate se Trump deluderà Putin. Per il momento il miliardario di New York lascia intendere di voler "concentrarsi su cose più importanti e migliori". La settimana prossima però incontrerà la comunità d'intelligence Usa che fino ad ora ha snobbato rifiutandosi di accettare che ci sia stato davvero lo zampino di Mosca nelle ultime elezioni e anche in quelle in Europa. Questo, almeno, è lo scenario tracciato dalla Casa Bianca. Mentre sono partite le cause legali affinché Fbi, Cia, dipartimento di Giustizia e altre agenzie federali rendano accessibili i file sulla presunta interferenza russa alle elezioni, Trump valuta il da farsi. Ipoteticamente potrebbe ribaltare le sanzioni volute da Obama. Qualunque cosa deciderà di fare, andrà spiegata nei dettagli. Non certo in 140 caratteri.
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