MOSTRI SACRI
Scatti e memorabilia di due mostri sacri
A Comabbio la rassegna su Lucio Fontana, a Vergiate quella dedicata ad Enrico Baj
Il Varesotto celebra due suoi mostri sacri dell’arte. O meglio, due artisti amici che hanno cercato il loro “buen retiro” nelle bellezze del territorio, lontani dai fragori della metropoli: Lucio Fontana ed Enrico Baj. Come dire Comabbio e Vergiate. Le cittadine che ai due creativi hanno intestato spazi pubblici e oggi li ricordano con due mostre. Di mezzo c’è anche un eccellente fotografo, il sestese Gian Barbieri, ritrattista di decine e decine di personaggi del mondo dell’arte a partire dal 1949 quando, a Sesto Calende, partecipa alla fondazione dello spazio Cesare da Sesto nel quale più tardi organizza centinaia di mostre di grande qualità frequentate anche da Baj e Fontana.
Per prima l’esposizione di Lucio Fontana (Rosario, Argentina 1899 – Comabbio 1968) a Comabbio, nella Sala a lui intestata al terzo piano di un nuovo edificio nel centro cittadino. Nel sottotitolo della mostra si legge “Fotografie di Gian Barbieri”. Sì, perché il cuore del percorso pulsa nelle immagini in bianco e nero di Barbieri che ha ripreso più volte il maestro nei due anni prima della scomparsa. Anzi, suo è l’ultimo storico scatto del 1968 che introduce la rassegna. "Mi chiedeva di andare da lui perché apprezzava i miei lavori – dice il brillante novantaduenne Gian Barbieri - sempre elegante, aveva gli atteggiamenti di un attore: era il più fotogenico degli artisti". E così il fotografo ha avuto buon gioco a ritrarlo solo o vicino ai suoi "Concetti spaziali" con i celebri "tagli", in decine di scatti di forte espressività, 30 dei quali in grande formato sono nella mostra che ha ottenuto il beneplacito della Fondazione Lucio Fontana. A corollario delle foto, scritti, cataloghi, manifesti (a cominciare dal celebre “Manifiesto Blanco”) e 10 serigrafie con buchi donate dalla moglie dell’artista, Teresita Rasini, al Comune varesino.
Dieci chilometri più a sud la mostra di Enrico Baj (Milano, 1924 – Vergiate 2003), curata dalla moglie Roberta Cerini e allestita tra gli scaffali della Biblioteca comunale vergiatese che porta il nome dell’artista. Da un lato manifesti e foto (tra cui alcune di Ugo Mulas) che rimandano alla temperie artistica degli anni ’50 quando l’Arte Nucleare, di cui Baj è propugnatore, lancia i suoi strali contro gli stili in pittura e afferma l’irripetibilità dell’opera d’arte. In centro le serigrafie di “Ritratto meccanico” e, sull’altro lato, il rapporto del maestro con la località varesina, segnatamente con le esposizioni del premio di pittura e scultura “Bosco di capra”, voluto da Baj nel ’69 a Vergiate per animare la cittadina, nella cui giuria figura anche il Renato Guttuso “varesino”. Chiudono il giro la scultura in plastica con collage di medaglie, “Punching General” del ’61 - pubblicata poi sull’etichetta del “Vino per la pace” - “… una sorta di esorcismo per tenere lontano lo spirito maligno di tutte le guerre!” – e foto di Gian Barbieri, che con la sua Rolleiflex entra nella camera nuziale dei Baj e li ritrae seduti agli angoli opposti del letto: è l’attesa del loro primo figlio.
Mostre fotografiche e documentarie: Enrico Baj - Vergiate, Lucio Fontana - Comabbio, fino al 30 settembre. Vergiate, Biblioteca – p.zza Baj 16. Orari: fino al 29 agosto lun.-sab. 9-13 (merc. 9-13/ 14-18), dal 30 ago. lun.-giov. 14-17.30, tel. 0331.964120. Comabbio, Sala Fontana, orari: sab.-dom.10-12/17-19, tel. 0332.968572.
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