CHAMPIONS LEAGUE
Se fossi Simone Inzaghi: come affrontare Inter-Psg
I tecnici della nostre squadre si siedono virtualmente sulla panchina nerazzurra e spiegano le loro strategie per la partita

Dieci mister per una finale. I tecnici del Varesotto hanno anticipato per noi la lettura della sfida fra Inter e Paris Saint Germain di sabato 31 maggio – ore 21.00 – a Monaco di Baviera. Tra pronostici a denti stretti, chicche tattiche e consigli, ecco cosa ci hanno detto
Partiamo da Roberto Gatti, neotecnico del Sant’Angelo, uno che di trionfi se ne intende avendo vinto in carriera campionato. L’ex tecnico fra le altre di Caronnese, Castellanzese, Vergiatese e Legnano analizza così la sfida di sabato sera: «Inizierei con una pressione medio alta a inizio gara per guadagnare campo, se in vantaggio farei un blocco medio per ripartire in transizione e fare in modo di impedire la manovra dai transalpini, cercare di chiudere gli spazi ma senza evitare di creare i presupposti per far male. Se in svantaggio non avrei fretta ma rischierei nei venti minuti finali con un attacco totale. Va però considerato che partite come queste bisogna avere la lucidità mentale di non andare mai allo sbaraglio ma saper gestire le emozioni, che non è facile, perché a volte possono andare anche ai supplementari, dove l’Inter vincendo col Barcellona ha dimostrato si saper soffrire e la compattezza di un grande gruppo».
Aggressività quindi fin da subito, come sostiene anche Paolo Tomasoni, mister della Sestese: «Io la giocherei col coltello tra i denti, come penso faranno entrambe. La finale non è mai scontata, non c’è una squadra favorita. Entrambe dispongono di grandi individualità, che sarà fondamentale non solo limitare, ma fare in modo che non possano essere determinanti nei duelli uno contro uno, nei quali deve emergere l’organizzazione tattica, che l’Inter ha dimostrato di possedere. Poi, c’è l’aspetto emotivo, è pur vero che si tratta di campioni, giocatori esperti, nazionali, che hanno grande desiderio di fare la finale, ma può anche capitare che non tutto funzioni alla perfezione a livello mentale, serve rimanere dentro la partita perché come ha dimostrato sino ad ora l’Inter, anche il minimo dettaglio può fare la differenza, ma ripeto, nessuno in partite come queste è certo di poter alzare la Coppa, ma tutti, giustamente, sognano di poterlo fare».
Più cauto è Corrado Cotta: l’ ex allenatore di Castellanzese nella stagione in corso, Varese Caronnese e Solbiatese spiega: «Parto dal presupposto che in queste finali qualsiasi pronostico è fatto per essere smentito, lo dice la storia del calcio. Lo stesso Psg ci è arrivato contro qualsiasi pronostico, ma meritatamente grazie a un percorso straordinario. Credo che la squadra di Inzaghi trovi l’avversario più difficile proprio per le caratteristiche di gioco che ha: squadra molto equilibrata con grande capacità di eseguire le due fasi. Ha elementi bravi a ripartire e predisposti all’uno contro uno, evidenziando le grandi qualità offensive con più interpreti. Vedo il PSG favorito, ma è anche vero che i pronostici sono fatti per essere smentiti. Quello che è certo è che sarà una gara molto tattica ed equilibrata. Saranno gli episodi a fare la differenza».
Da grande tattico quale è, Manuel Scalise, nell’ultima stagione alla Sanremese, già alla guida di Caronnese e Castellanzese propone una lettura del match basata sui duelli nelle due fasi: «Per me l’Inter si giocherà la finale a centrocampo: ha il giusto dinamismo per mettere in difficoltà il Psg con gli inserimenti di Barella e Mkhitaryan in fase di possesso. Per quanto riguarda la fase di non possesso sarà fondamentale raddoppiare Kvaratskhelia e Dembele, dovranno farlo costantemente Dumfries con Pavard e Barella e dall’altra parte Dimarco con Bastoni e Mkhitaryan. Sono sicuro che come al solito Lautaro e Thuram faranno un grandissimo lavoro difensivo su Vitinha e metteranno in difficoltà la linea difensiva francese con le solite combinazioni offensive. Ci vorrà grande spirito di sacrificio e grande attenzione difensiva cosa che quest’anno l’Inter non sempre ha fatto».
Più che la tattica invece, per Stefano Rasini, mister della Besnatese, sarà determinante l’aspetto psicologico, specie dopo lo scudetto perso: «Dal punto di vista della preparazione ormai credo che tutti i club abbiamo talmente tante conoscenze da non aver problemi a preparare le gare. Secondo me diventa importante l’aspetto psicologico che in una gara come una finale di Champions League deve essere curato in ogni dettaglio. L’Inter arriva da una stagione dove poteva fare il Triplete ino al rischio di trovarsi senza vittorie. I giocatori inconsciamente potrebbero essere condizionati, ma credo che Inzaghi e tutto la staff insieme alla società siano stati in grado di infondere tranquillità e unità alla squadra, valori che servono per vincere».
In linea con Rasini è Alfonso Di Marco,tecnico del Verbano: «In queste gare diventa fondamentale l’aspetto psicologico e credo che nei professionisti questo sia curato in ogni dettaglio in tutti gli allenamenti e anche fuori dal campo. Per il resto in una finale come questa che a me piace ancora chiamare Coppa dei Campioni non si può prescindere dal concetto di squadra, che tanti allenatori hanno sposato. La differenze che c’è tra gruppo e squadra è la base per emergere a questi livelli in cui i dettagli e l’esperienza fanno la differenza. Su questo aveva ragione Pep Guardiola dicendo che l’Inter ha valori enormi e infatti è tornata in finale dopo due anni».
Movimento e palle inattive devono essere le armi secondo Pierluigi Contaldo, reduce dalla vittoria del campionato con il Gallarate: «Sono due squadre che hanno la peculiarità di avere più giocatori in grado di avere più funzioni durante la partita, dimenticandosi anche del ruolo fisso. Il PSG gioia poco con il portiere quando costruisce, bisogna stare attenti sia in ampiezza sia dentro al campo perché sono bravi a crearsi spazio con le rotazioni. Sarà sicuramente una partita con tanto movimento, l’Inter avrà possibilità se riuscirà ad assorbire gli attacchi della squadra avversaria e ripartire. La chiave di volta sarà la prima pressione alta da parte dell’Inter, atta al recupero della palla sapendo già che c’è un retropassaggio al portiere che non viene mai fatto. Recupero palla e verticalizzazione, l’Inter dovrà essere cattiva e sorniona. Dovremo anche essere bravi a sfruttare le palle inattive ed essere più letali».
È ottimista per i destini nerazzurri Daniel Efrem, mister della Valceresio. Il fattore chiave? L’esperienza: «Secondo me l’Inter la può vincere, arriva da un’esperienza di finale dopo una buona prestazione. Forse l’emozione di due anni fa quest’anno potrebbe trasformarsi in abitudine, perché giocare due finali in tre anni cancella l’emozione, quindi Lautaro o Thuram non sbaglieranno rispetto a quanto successo ad esempio a Lukaku con il Manchester City. Secondo me l’arma letale dell’Inter sarà la fase difensiva, poi bisognerà pensare alle ripartenze: se il PSG lascerà spazi, l’Inter potrà far male».
Lorenzo Beltrami, tecnico del Brebbia vincitore della Seconda Categoria, punta sul gruppo: «Penso che l’Inter sia molto più compatta e squadra rispetto al PSG, che conta molto sulle individualità; i nerazzurri sono bravi a essere squadra e gruppo, quindi se resistono a livello di compattezza, soprattutto sugli esterni, non avranno problemi. Se faranno una buona fase difensiva e ripartiranno in modo unito e compatto, con Lautaro e Thuram penso che la potrebbero vincere anche abbastanza facilmente. È comunque una finale, quindi una partita a sé: l’unica strategia che si può adottare è cercare di essere compatti dietro e ripartire, visto che il PSG mi sembra vulnerabile in difesa e punterà molto sulle individualità».
Infine Timothy Pedoja, mister della Cuassese «Sarà sicuramente una bella partita, soprattutto per chi non è tifoso. Dal punto di vista calcistico si sfidano due squadre molto forti, che giocano entrambe ad altissima intensità, e la chiave per l’Inter potrebbe essere la gestione del primo pressing avversario, uscendo bene con la palla e creando superiorità numerica a centrocampo. Come sa fa bene Inzaghi, con le rotazioni creare spazio in avanti per pungere. Sono due squadre che giocano a ritmo alto, pressano, quindi sarà sicuramente un grande match; la chiave sarà uscire bene dalla difesa per creare spazio in avanti».
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