TICINO
Sempre più rapine oltreconfine
La Polizia cantonale ha risolto il 60% dei casi, grazie anche alla collaborazione italiana. In aumento anche il numero di prostitute dal Belpaese
Nel consueto bilancio annuale relativo alla sicurezza in Canton Ticino sono due i dati che interessano maggiormente anche le zone italiane di confine, e quindi l’Alto Varesotto: sono aumentate le rapine ed è in crescita anche il numero di prostitute provenienti dall’Italia.
Il primo dato riguarda le rapine e quindi la principale causa del polverone attorno alla chiusura notturna di tre valichi minori, fra cui quello di Cremenaga. Gli svizzeri ritengono infatti che questa misura possa aumentare la sicurezza, soprattutto in una fascia, lungo la frontiera, dove si registra il maggior numero di episodi, come confermano le tre rapine avvenute negli ultimi venti giorni fra Clivio, Porto Ceresio e Bizzarone in distributori di benzina e a un portavalori indirizzato a un ufficio cambio. Come rivela la Polizia cantonale, nel 2016 le rapine registrate in Canton Ticino sono state 61, una decina in più rispetto ai dodici mesi precedenti, sono scese (da 15 a 8) quelle alle pompe di benzina ed è aumentato considerevolmente il tasso di soluzione dei casi, che ha «oltrepassato il 60%. Si tratta di un incremento significativo -dicono gli inquirenti- considerato che in passato variava fra il 20 e il 30%». Fra gli arresti da segnalare proprio quello di un rapinatore di stazioni di servizio, in flagranza di reato, mentre teneva in ostaggio una cassiera, armato di una pistola. Inoltre «la collaborazione con gli inquirenti italiani è stata preziosa e produttiva anche lo scorso anno poiché, ad esempio, in relazione alla rapina a un portavalori ad Agno, ha permesso di arrestare tre persone in Ticino e due in Italia, sventando un imminente ulteriore colpo. La condivisione delle indagini ha pure permesso l’identificazione degli autori di tre rapine a stazioni di servizio del Mendrisiotto, successivamente alla pubblicazione di alcuni fotogrammi video». Insomma, mentre i politici dei due Stati litigano, gli inquirenti collaborano e portano risultati.
Il secondo dato particolarmente interessante per l’area di confine è quello dei dati della sezione Teseu, che si occupa anche di prostituzione. L’esercizio di questa attività, che in Svizzera è legalizzata a livello di case chiuse, ha visto registrarsi un aumento delle italiane. Se infatti la nazionalità più rappresentata resta, di gran lunga, quella romena (64%), al secondo posto si piazzano nettamente le prostitute italiane, col 20%, mentre al terzo si trova la Spagna (9%).
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